L’accesso al credito rappresenta “una barriera” insormontabile per le piccole e medie imprese italiane. Una azienda su cinque (20%) ha problemi a farsi concedere credito o prestiti, e il nostro paese perde terreno. Un problema non nuovo e certificato dallo studio della commissione Industria del Parlamento europeo, dal titolo “Come può l’industria europea contribuire alla ripresa?”. La risposta, per il nostro paese, sembrerebbe essere scontata: le piccole e medie imprese “giocano un ruolo di primo piano nell’economia nazionale”, date le dimensioni del tessuto presente. In totale nel nostro paese si contano 3.694 Pmi: di queste 3.492 sono microimprese, 183 sono piccole imprese e 19 medie imprese. Complessivamente rappresentano il 46,1% dell’occupazione del settore industriale. L’Italia, in sostanza, ha potenzialità di crescita non sfruttate.
Lo studio, 126 pagine focalizzate sull’Ue, dedica perciò un paragrafo a parte solo sull’Italia. Il titolo? “Caso di studio: le piccole e medie imprese in Italia e in Spagna”. L’Italia, dunque, viene visto come “un caso” e trattato come tale. Nel Belpaese – rileva lo studio – il 20% delle piccole e medie imprese dichiara di avere problemi di accesso al credito (in Germania solo l’8%). Inoltre il 50% delle Pmi italiane sostiene che nella loro situazione attuale la questione dell’accesso al credito è “un problema molto pressante”. Per le Pmi italiane oggi l’accesso al credito è più di una sfida, è “un problema particolarmente critico”. In Italia e in Spagna “sono state introdotte diverse misure, ma l’accesso al credito resta un problema serio”. La commissione Industria dell’Europarlamento riconosce che a livello nazionale “il governo italiano ha adottato diverse misure” attraverso garanzie di prestito. Sono stati inoltre introdotti strumenti come project-bond e mini-bond. Tuttavia l’accresciuta rigidità amministrativa delle banche nella concessione di prestiti e garanzie “è associata a un più alto differenziale di tassi tra le grandi imprese e le Pmi, e questo mina le piccole e medie imprese”.
A questo si aggiungono altri problemi per le piccole e medie imprese italiane. Costi del lavoro e caos legislativa concorrono a frenare il tessuto produttivo nazionale. Il 23,1% delle pmi indica nei costi di lavoro o di produzione il principale problema, seguito da accesso al credito (20%), attrazione di nuovi clienti (17,8%) e norme (17,2%). In conclusione: “Un ragionevole accesso al credito è cruciale per accrescere la competitività e far ripartire la crescita”. Tuttavia, denuncia lo studio, “nonostante i progressi compiuti c’è bisogno ancora di ulteriori misure per liberare il pieno potenziale del settore”.