Dall’iniziale fase di sperimentazione, il programma Copernicus passa all’operatività. Gli ambiti di applicazione e le potenzialità del sistema sono stati presentati ieri a Roma, presso la sede dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), in una conferenza organizzata dalla Commissione Ue – che coordina il progetto – dall’Esa (Agenzia spaziale europea) e dall’Asi. Attraverso una serie di satelliti e strumenti di rilevazione aerei, marittimi e terrestri, Copernicus metterà a disposizione una moltitudine di dati da utilizzare in diversi ambiti.
Per il ministro dell’Istruzione università e ricerca Stefania Giannini, il programma europeo rappresenta “uno strumento a sostegno delle politiche dell’Ue” e degli stati membri. Monitorando l’atmosfera, i mari e la superficie terrestre, Copernicus contribuirà infatti a definire le scelte politiche e pianificare interventi in materia di tutela ambientale, gestione delle risorse naturali, pianificazione urbanistica, trasporti, sicurezza, difesa, agricoltura, energia, controllo delle frontiere e in molti altri ambiti. Uno spettro che copre quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana di ogni cittadino europeo.
Copernicus rappresenta dunque un investimento strategico per l’Europa. Per questo sul programma, erede del progetto Gmes (Monitoraggio globale per l’ambiente e la difesa), l’Ue passerà dai 2,4 miliardi di euro stanziati fino al 2013 ai 4,3 miliardi per il periodo 2014-2020. Lo stesso ministro Giannini ha parlato di “complessità finanziaria”, sottolineando l’importanza dell’accordo siglato in aprile sul regolamento di Copernicus, presentato dalla Commissione al Consiglio e al Parlamento europei a luglio dello scorso anno. Lo stesso regolamento assegna all’Esa, che contribuirà al programma con ulteriori 1,7 miliardi di euro, il ruolo di soggetto attuatore.
Anche il commissario all’Industria, Ferdinando Nelli Feroci, tra le cui competenze rientra pure la politica spaziale, ha affrontato il tema dell’impegno economico dell’Unione su Copernicus. “Inserire il programma nel bilancio ordinario dell’Ue – spiega – consente di eliminare gli elementi di incertezza”. In precedenza, infatti, i programmi spaziali come Copernicus e Galileo erano affidati ai contributi volontari dei singoli Stati membri, con la conseguente indeterminatezza dei finanziamenti.
Il regolamento è un notevole passo in avanti per la stabilità del progetto, ma Giannini ha sottolineato come sia ancora necessario “definire con gli altri Paesi una visione spaziale congiunta di lungo periodo”. Si tratta, annuncia il ministro, di uno dei “tre obiettivi della presidenza italiana dell’Ue” in materia di politica dello Spazio. Gli altri due riguardano l’impegno a proseguire il dibattito perché si arrivi a una “definizione precisa dei rapporti tra l’Ue e l’Esa” e, infine, “garantire una ricaduta concreta” del progetto Copernicus in termini di “servizi utili ai cittadini”.
Proprio su questo aspetto dei servizi, Nelli Feroci ha annunciato che “dai primissimi mesi dell’anno prossimo partirà il programma di controllo delle frontiere”, i cui dettagli saranno definiti in un accordo tra Copernicus e Frontex. E durante la conferenza sono stati illustrati diversi altri esempi di come il progetto possa rendersi utile operativamente. Philippe Brunet, della direzione generale per l’Industria dell’esecutivo Ue, ha rivelato che, già durante i mondiali di calcio in Brasile, “uno dei soggetti autorizzati ha utilizzato il servizio sicurezza di Copernicus per organizzare un piano di emergenza in caso di problemi durante una delle partite”.