La spinta verso la secessione intrapresa dalla Catalogna sta assumendo le sembianze di un braccio di ferro che potrebbe portare in Spagna a una “grave escalation”, ad un “grave scontro” politico-istituzionale, “tanto sono forti le passioni dei catalani”: è quanto sostiene in un’intervista all’ANSA il Prof. Sebastian Balfour, docente di Studi spagnoli presso la London School of Economics (Lse), alla vigilia dello storico referendum in Scozia.
Secondo Balfour, di fronte all’eventualità che la Generalitat catalana dovesse alla fine tenere il referendum, di fronte alla risolutezza dell’agenda politica catalana Madrid agita già ora il Codice penale. E potrebbe arrivare – anche se le recenti dichiarazioni di alcuni politici come il ministro degli Esteri Garcia-Margallo, potrebbero essere un po’ “esagerate” dal punto di vista legale – a sospendere l’autonomia catalana (come previsto dall’art. 155 della Costituzione) o a “privare il presidente Artur Mas dei suoi poteri”. La Costituzione spagnola, spiega l’esperto britannico, prevede che il futuro della Catalogna, come di qualsiasi altra regione, spetta solo al “popolo spagnolo nella sua interezza”. Una questione che Mas, che ha spinto la sfida più in là di quanto non avesse fatto il suo predecessore, Jordi Pujol, pone in termini di “legittimità” contro la mera “legalità” opposta dallo Stato spagnolo. Il prof. Balfour ha riassunto le prossime, prevedibili tappe della sfida catalana: dopo la quasi scontata approvazione della legge all’esame del parlamento di Barcellona, che convoca il referendum sulla secessione per il 9 novembre, questo sarà sottoposto all’esame della Corte costituzionale, che con ogni probabilità bloccherà la consultazione, seppure consultiva. Secondo Balfour, “i sondaggi dimostrano che la maggioranza dei catalani appoggia l’indipendenza”, anche se “il vero obiettivo di Mas è in realtà di ottenere un’autonomia più ampia”, obiettivo realistico sulla scia della ‘Devo Max’ promessa dai partiti britannici alla Scozia, ma sulla quale il governo conservatore di Mariano Rajoy “difficilmente farà un’offerta”.
“Il presidente catalano (Mas) ha chiarito che non intende violare la legge”, spiega Balfour e, di conseguenza, Mas indirà elezioni anticipate in Catalogna, in cui la sinistra indipendentista dell’Erc (Esquerra Republicana di Catalunya) potrebbe vincere, scalzando dal governo la CiU (Convergencia i Uniò), senza però ottenere una maggioranza assoluta e verrebbe, così dicono oggi i sondaggi, formare un governo di coalizione della Generalitat, una coalizione di centro-sinistra. A questo punto prevarrebbero le posizioni più dure dell’Erc, che andrebbero allo scontro, convocando un referendum comunque. Un fatto, spiega il prof Balfour “che avrebbe gravi conseguenze”. D’altra parte, il ricorso al Codice penale contro la tenuta del referendum, secondo l’esperto britannico, e misure drastiche che penalizzino l’attuale autonomia catalana potrebbero “non godere del consenso degli spagnoli”, rendendo lo scontro tanto più imprevedibile. Balfour ha detto che un’eventuale vittoria dei ‘sì’ nel referendum di domani in Scozia, o anche una vittoria di stretta misura dei ‘no’, avrebbero un “enorme effetto galvanizzante” sugli indipendentisti catalani, poiché “molti catalani si sentono sfruttati da Madrid, pur avendo un Pil superiore al resto della Spagna, e mal digeriscono la politica di austerity” imposta dal governo del Ppe, “e i relativi tagli sulla sanità e i servizi pubblici”.