Il capogruppo socialista al Parlamento europeo Gianni Pittella non ha dubbi. La Scozia ha molto da perdere nel caso vincesse il sì al referendum sull’indipendenza del 18 settembre. Un passo, quello di abbandonare la Gran Bretagna, che giudica “poco saggio”, esprimendo “una profonda preoccupazione per un’eventuale vittoria degli indipendentisti”.
Secondo Pittella, dall’adesione all’Ue ai “trattamenti speciali” riservati alla Gran Bretagna, dalle implicazioni del sì scozzese per paesi come la Spagna al peso politico della Scozia fuori dal Regno Unito, gli svantaggi di una separazione superano notevolmente i vantaggi. Soprattutto in termini di partecipazione all’Unione Europea.
Prima di tutto, chiarisce Pittella, “è evidente che l’ammissione della Scozia all’Ue non sarà automatica e semplice come dicono i sostenitori del ‘sì’”. Il riferimento va a quanti, giuristi e personalità politiche in linea con i sostenitori dell’indipendenza, sostengono che la Scozia non dovrà rinegoziare la sua adesione all’Ue partendo da zero, in quanto già parte, anche dal punto di vista storico, della Comunità.
Inoltre, bisogna considerare le implicazioni della decisione scozzese sugli altri stati membri. Anche la Spagna, pur a livelli diversi, è alle prese con le rivendicazioni indipendentiste della Catalogna. Per Pittella in caso d’indipendenza “non è semplice che tutti gli stati membri, consapevoli delle implicazioni sui movimenti indipendentisti interni, approvino l’accesso all’Ue della “nuova” Scozia.
Anche sul fronte economico, il socialista puntualizza come “i trattamenti speciali accordati alla Gran Bretagna in materia di politiche di bilancio, mancato obbligo di utilizzo dell’euro, partecipazione all’area Schengen, non varrebbero automaticamente per una Scozia indipendente”, per poi concludere domandandosi “siamo sicuri che in un contesto europeo e globale gli interessi della Scozia saranno promossi come stato nuovo indipendente oppure come parte di una Gran Bretagna più grande e più forte a livello internazionale”?
Il referendum sull’indipendenza scozzese si terra domani, e secondo gli ultimi sondaggi il “no” dovrebbe essere il leggero vantaggio, ma anche qui la battaglia delle ultime ore è per conquistare gli indecisi, che oscillerebbero tra l’otto e il quattordici per cento.