La Commissione europea ha rifiutato l’iscrizione di una iniziativa popolare per porre fine ai negoziati per gli accordi di libero scambio con gli Stati Uniti (Ttip, Transatlantic Trade and Investment Partnership) e il Canada (Ceta, Comprehensive Economic and Trade Agreement).
La Stop-TTIP Alliance, organizzazione che riunisce oltre 200 associazioni da tutta Europa, il 15 luglio scorso aveva introdotto la petizione che chiedeva di annullare i negoziati per “impedire che gli standard dei diritti su lavoro, sociale, ambientale, privacy e norme di consumo vengano abbassati e i servizi pubblici (come l’acqua) e dei beni culturali vengano deregolamentati in negoziati non trasparenti”. Ma l’iscrizione nel registro delle iniziative popolari è stata rifiutata perché, si legge nelle motivazioni dell’esecutivo comunitario, “la proposta d’iniziativa esula manifestamente dalla competenza della Commissione di presentare una proposta di atto legislativo dell’Unione ai fini dell’applicazione dei trattati”. “Non è stata bloccata, i servizi legali della Commissione hanno controllato la domanda e ritenuto che non è in linea con le regole dell’Iniziativa popolare. È una decisione puramente legale”, ha spiegato uno dei portavoce della Commissione, Wojtek Talko.
Ma per i promotori “il mandato negoziale della Commissione è una decisione formale del Consiglio e quindi un atto giuridico”, e questo vuol dire che “il rifiuto della nostra domanda conferma la strategia della Commissione di escludere i cittadini e ai parlamenti dai negoziati per il Ttip e il Ceta. Invece di prestare attenzione ai cittadini, si ascoltano solo i lobbisti”.
Una iniziativa dei cittadini costituisce un invito rivolto alla Commissione europea perché proponga un atto legislativo su questioni per le quali l’Ue ha la competenza di legiferare. Deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 28 Stati membri.