Vistosa crescita di Alternativa per la Germania (Afd), partito conservatore ed euroscettico nato nel 2013, che con il 10% alle elezioni locali di domenica in Turingia e il 12% in Brandeburgo entra nei rispettivi Parlamenti. E’ un boom, che lascia la maggioranza a chi governava già prima, ma è un avanzamento che potrebbe avere ripercussioni sulla politica nazionale visto che, fatto piuttosto raro in Germania, la Cdu (al governo nazionale con i socialdemocratici) si trova a dover fronteggiare un partito alla propria destra in netta crescita di consensi. La formazione di Angela Merkel rimane al comando in Turingia, così come i socialdemocratici (Spd) in Brandeburgo ma il segnale che anche in Germania soffia forte il vento dell’euro-scetticismo è arrivato. Il successo dell’Afd non giunge in modo del tutto inaspettato. Vi furono avvisaglie nel 2013 quando, nelle elezioni nazionali, sfiorò la soglia del 5%, necessaria per l’ingresso al Bundestag, proseguendo poi con il 7% alle europee del maggio scorso, risultato che valse sette euro-deputati confluiti nel gruppo dei conservatori europei insieme ai “tory” inglesi di Cameron.
Cavallo di battaglia di Alternativa per la Germania è l’abbandono della moneta unica, che secondo il suo leader, l’economista Bernd Lucke, dovrebbe avvenire gradualmente, con i paesi dell’Europa meridionale, compresa l’Italia, a dover lasciare per primi l’euro che “divide e mette in contrapposizione gli stati membri”.