Circoscrivere l’epidemia di Ebola ed essere pronti a tutto. Se necessario, anche a mettere risorse economiche sul piatto. L’Unione europea è in stato di allerta, e inizia un lavoro di gestione della crisi che dovrà essere rapida ed efficacie. “Questa è una fase strategica per capire come intervenire”, sottolinea Beatrice Lorenzin, ministro della Salute a capo del lavori di coordinamento. A Bruxelles, in quanto rappresentante del paese con la presidenza di turno del Consiglio Ue, Lorenzin ha presieduto la riunione di coordinamento del gruppo di alto livello dell’Ue per la risposta all’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale. Si è trattata di un riunione tecnica, cui farà seguito quella politica del 22 settembre (riunione informale del consiglio Salute a Milano). “Siamo solo all’inizio”. Per l’immediato occorre “bloccare l’epidemia, non farla camminare, impedire che l’Ebola arrivi nei grandi centri, nella grandi città”, ha detto Lorenzin.
In concreto, spiega il ministro, occorre concentrarsi su due piani: la dimensione africana e la dimensione europea. Sul posto occorre intervenire con decisione in Liberia, Sierra Leone, Nigeria. “C’è bisogno di stabilirsi ‘in loco’, e pensiamo ad ospedali militari da campo, strutture d’igiene pubblica”. E poi, ricorda Lorenzin, per lottare contro l’Ebola occorre attivare la macchina degli aiuti umanitari. Mentre sul piano interno occorre “gestire l’evacuazione degli operatori”. Ma non solo. “Al momento solo noi, la Germania e il Regno Unito siamo quelli meglio attrezzati. Un po’ poco per affrontare l’emergenza”. Serviranno lavoro, impegno e unità di intenti. Un impegno anche assumibile a parole, ma che potrebbe essere messo a dura prova dalla realtà, soprattutto se si renderà necessario mettere soldi freschi. “Sia sulle risorse che sulle modalità di intervento occorre agire in modo coordinato, perché gli sforzi individuali rischiano di essere marginali”. In altre parole “la questione va affrontata a livello europeo”, il che – sottolinea Lorenzin – significa che “tutte le nazioni si dovranno assumere delle responsabilità”.
L’Italia è già all’opera. In qualità di presidenti di turno del Consiglio Ue “questa iniziative le stiamo coordinando, e il lavoro di oggi verrà affrontato in occasione della riunione informale dei ministri della Salute” in programma il 22 settembre a Milano. Intanto Lorenzin rassicura che “non c’è” un rischio ebola legato ai fenomeni migratori. “In questo momento l’Italia è sorvegliata ad alto livello”. Quindi, incalzata dalla stampa, tocca argomenti di politica interna. La revisione di spesa toglierà tre miliardi alla sanità pubblica? “Mi sembra che il presidente del Consiglio abbia già spiegato che non ci saranno tre miliardi di tagli lineari”. Matteo Renzi “si è espresso: non ci saranno tagli ma risparmi”. Semmai, sottolinea Lorenzin, “per il sistema sanitario occorre accelerare l’attuazione delle misure previste dal patto per la salute, perché da queste misure potremo recuperare miliardi di euro nei prossimi anni”.