Venezia e la grande eredità della cultura ebraica protagoniste a Bruxelles del capodanno ebraico, a pochi mesi dall’attentato al museo ebraico che ha scosso la “capitale d’Europa”. L’allestimento “Out to sea. A reflection over 500 years 1516-2016” è stato infatti il cuore delle celebrazioni di “Rosh Hashanah” presso lo European Jewsih Community Centre, nel quartiere delle istituzioni europee. L’esposizione, organizzata dalla Regione Veneto di concerto con il Museo ebraico e la Comunità ebraica di Venezia, insieme allo European Jewish Community Centre di Bruxelles e la European Jewish Association, ha messo al centro la storia degli ebrei a Venezia come simbolo di integrazione positiva attraverso i secoli, evidenziando un rapporto che ha segnato la cultura non solo italiana, ma dell’Europa intera.
“Con questa mostra vogliamo ribadire che la conoscenza resta il migliore antidoto per combattere gli estremismi e le radici dell’odio che prosperano nell’ignoranza”, ha detto l’assessore veneto Roberto Ciambetti, ieri nel corso della cerimonia di inaugurazione. “Solo pochi mesi fa la comunità ebraica di Bruxelles ha subito un attacco terroristico. Una ferita inferta alla città innanzitutto, una ferita al cuore dell’Unione europea in anni in cui le persecuzioni religiose sono diventate una costante drammatica. Venezia e la Comunità Ebraica hanno dimostrato come attraverso un arricchimento reciproco, mai scontato e non senza difficoltà, possa realizzarsi un’integrazione concreta e pacifica, che ha plasmato l’identità della città e ha lasciato un’eredità importante a tutta l’Europa”.
L’evento ha ricevuto l’alto patrocinio del Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, il supporto della Presidenza dell’Unione europea, e ha visto tra gli ospiti l’ambasciatore d’Israele presso l’Ue, David Walzer, l’ambasciatore tedesco Eckart Cuntz, rappresentanti del mondo diplomatico e molti europarlamentari. “Questa esposizione dimostra che l’Europa non sarebbe immaginabile senza la ricca eredità dell’ebraismo e la produzione culturale di alta qualità che si è creata attraverso i secoli”, ha rimarcato il presidente Barroso in un messaggio inviato per l’inaugurazione. “Attraverso questo insieme di comunità ebraiche provenienti da Italia, Portogallo, Spagna, ma anche dalla Germani, la Comunità ebraica di Venezia ha anticipato quella società multi-nazionale che rappresenta oggi l’Europa”.
“L’itinerario proposto vuole dimostrare come, nonostante ogni isolamento, la cultura ebraica si sia fusa con quella veneziana”, ha sottolineato inoltre il presidente della Comunità ebraica di Venezia, Paolo Gnignati. Dopo “l’orribile attacco al museo ebraico di Bruxelles, siamo stati orgogliosi di aprire le porte del nostro museo a Venezia, come forma di solidarietà alle vittime, e che i massimi rappresentanti delle nostre istituzioni civili, e in particolare il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, fossero con noi per riaffermare che i valori della cittadinanza, democrazia e solidarietà sono l’unica risposta possibile a tutte le forme di razzismo e di violenza”.
Attraverso l’installazione di pannelli particolari, è stata ricreato il percorso di una calle e di un campo virtuali. L’esposizione ha evidenziato le migrazioni ebraiche verso Venezia da tutta Europa attraverso i secoli e come le quattro “nazioni” ebraiche (Levantini, Ponentini, Italiani e Tedeschi) si siano fuse con Venezia, diventando parte integrante della città. L’esposizione di un libro stampato a Venezia nel ‘700 e alcune citazioni dal ‘Discorso circa il stato de gl’Hebrei et in particolar dimoranti nell’inclita citta di Venetia’ di Simone Luzzatto (1583-1663) e dall’‘Historia de riti hebraici’ di Leon Modena (1571-1648), oltre che dal “Mercante di Venezia” di William Shakespeare, hanno messo in risalto il contributo della comunità ebraica alla produzione culturale e artistica europea. L’expo rimarrà presso lo European Jewish Community Centre fino al 19 settembre prossimo e sarà poi in esposizione presso la Sede di Bruxelles della Regione Veneto dal 22 al 26 settembre.