La prima sfida che ha lanciato Jean-Claude Juncker è quella di modificare il meccanismo di funzionamento della Commissione europea. Per fare questo il Presidente eletto ha deciso di dividere le diverse competenze in una sorta di macro aree e avvalersi di 7 vicepresidenti veri e non onorari come è stato fino ad oggi, che avranno il compito di coordinare il lavoro di ogni area, nei fatti controllando un certo numero di commissari su cui avranno anche una sorta di diritto di veto. A Juncker starà il ruolo di “coordinare i coordinatori”.
I SUPER VICEPRESIDENTI – Il socialista olandese Frans Timmermans è stato nominato primo vice presidente. “Sarà il mio braccio destro, e sarà più di un mio collaboratore. Sarà il mio supplente quando io non potrò esserci. Si occuperà di coordinare i lavori del collegio”, ha affermato Juncker. A lui saranno affidati i portafogli della Better regulation, Relazioni interistituzionali e Stato di diritto, competenze orizzontali che gli permetteranno di avere in sostanza voce in capitolo su tutto. “Avrà anche, unico vicepresidente, il potere da me delegato di rivolgersi ad ogni direzione generale”, ha spiegato Juncker. I 7 vicepresidenti saranno incaricati di dirigere e coordinare i lavori che riguardano le grandi priorità del futuro esecutivo. “Saranno coordinatori e non supervisori degli altri commissari. Non si pensi che ci siano super-commissari e commissari di serie B”, ha spiegato Juncker. Ma nei fatti sarà così perché, come lui stesso ha spiegato poco dopo sollevando un vespaio ad esempio in Francia, i vicepresidenti potranno “bloccare qualsiasi iniziativa anche legislativa”. In che modo? “Una determinata iniziativa arriverà al collegio dei commissari per essere discussa solo e ammesso che il vicepresidente di riferimento la approvi”, ci spiega una alta fonte della Commissione. In pratica ci sarà una sorta di scrematura che avverrà “nella fase preliminare del processo decisionale, prima che il collegio dei commissari discuta”, per fare in modo che ogni vicepresidente possa “estrarre da un determinato commissario quello che gli serve”, continua la fonte.
I POTERI DELL’ALTO RAPPRESENTANTE – Uno dei vicepresidenti sarà Federica Mogherini, in quanto Alto Rappresentante per la Politica estera dell’Ue. A differenza di Ashton che lavora soltanto all’interno del palazzo del Servizio esterno, Mogherini avrà il suo ufficio principale nel palazzo della Commissione, il Berlaymont. “Per stare più vicina al lavoro dei colleghi”, ha motivato Juncker. Ma, spiegano fonti italiane, avrà altri due uffici che userà quello al Servizio, ovviamente, e quello al Consiglio, che le spetta in quanto membro di diritto del Consiglio europeo dei Capi di stato e di governo. “Per avere voce in capitolo anche su questioni economiche farà poi partecipare il suo capo di gabinetto a tutte le riunione dei capi di gabinetto, cosa che Ashton non faceva”, spiegano ancora. A lei il compito di coordinare i commissari per la Politica di vicinato e di allargamento, Commercio, Cooperazione Internazionale e Sviluppo, Aiuti umanitari e Gestione delle crisi. Per alleggerirle il carico di lavoro e fare in modo che non debba andare sempre in giro per il mondo e potersi così occupare anche delle questioni in discussione a Bruxelles, Mogherini (che vuole occuparsi molto delle materie economiche) potrà utilizzare dei vice, che potrà nominare di volta in volta tra i commissari a seconda delle competenze di cui avrà bisogno in una determinata discussione con un Paese terzo. O vice versa, può partire lei e delegare qualcuno a rappresentarla a Bruxelles.
PORTAFOGLI ACCORPATI – Portafoglio chiave della commissione è naturalmente quello agli Affari economici e monetari, affidato a Pierre Moscovici. A lui Juncker ha dato anche le deleghe alla Fiscalità e all’Unione doganale che prima erano una competenza a parte. Più poteri quindi al socialista francese che però dovrà lavorare sotto il “coordinamento” del popolare lettone Valdis Dombrovskis, per cui il Presidente ha creato il portafoglio di Euro e al Dialogo sociale. Creato poi un commissario all’Immigrazione a cui andranno le competenze degli Affari interni, sarà il greco Dimitris Avramopoulos. L’agenda digitale sarà divisa tra il vicepresidente Andrus Ansip, liberale estone che avrà il portafoglio al Mercato unico digitale, e il tedesco Gunther Oettinger che avrà Economia digitale e Società. Al commissario al Mercato interno, la popolare polacca Elzbieta Bienkowska, verranno affidate anche Industria, Imprese e Pmi, creando un unico portafoglio che si occuperà dell’economia reale. Rafforzato anche il portafoglio alla Giustizia, dato alla liberale Ceca Vera Jourova, che si occuperà anche di Consumatori e Uguaglianza di genere. Il suo problema è che rientrerà sotto il “coordinamento” di ben 5 vicepresidenti, se i meccanismi voluti da Juncker si riveleranno farraginosi se la vedrà davvero brutta. Al commissario all’Ambiente, la socialista maltese Karmenu Vella, affidati anche gli Affari marittimi e la Pesca e infine, con una decisione che farà sicuramente discutere, sono stati accorpati i portafogli di Energia e Clima, affidati al popolare spagnolo Miguel Arias Canete. Lavorerà sotto il coordinamento della vicepresidente all’Unione energetica, la liberale Alenka Bratusek.
Guarda l’infografica che mostra ogni vicepresidente su quali commissari avrà poteri di coordinamento