Mentre il nuovo pacchetto di sanzioni messo a punto dall’Unione europea contro la Russia è bloccato nel limbo (approvato ma con entrata in vigore slittata a data da destinarsi), secondo il futuro Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, tutti gli sforzi devono essere concentrati nel “mantenere l’unità” a livello europeo. “Cruciale” trovare un “consenso reale su quale sarà il tempismo per l’entrata in vigore delle sanzioni in modo tale che non intervengano in modo contraddittorio agli sforzi di Poroshenko”, insiste Mogherini partecipando ad un evento a Bruxelles organizzato da The German Marshall Fund. Al momento tra i Paesi, ammette, “ci sono approcci diversi” per questo si è deciso di aspettare e si sta pensando anche, anticipa il ministro degli Esteri italiano “che i capi di Stato abbiano bisogno di un’altra occasione per discutere”. Ciò che conta è trovare una voce comune a livello di Ue ma anche “con l’altra sponda dell’Atlantico”, altrimenti “questa sarà la nostra debolezza” e la Russia risulterà più forte.
Certo tutto dipenderà dall’evolversi della situazione sul terreno, che Mogherini sta nel frattempo monitorando a distanza. “Questa mattina ho avuto un colloquio telefonico con il ministro degli esteri ucraino, Pavel Klimkin”, spiega Mogherini, riportando di essere informata dall’omologo di Kiev sul fatto che “il cessate il fuoco sostanzialmente tiene” e che si aspettano nuovi scambi di prigionieri nei prossimi giorni. Per il futuro Alto rappresentate questo è il segno che “il mix di pressioni, sanzioni e dialogo ha portato a qualche passo positivo”, anche se “come si evolverà la crisi dipenderà dalla capacità russa di trasformare le parole in passi concreti”.