Più flessibilità nell’applicazione del Patto di stabilità così da permettere alle regioni di spendere per cofinanziare i progetti sostenuti dai fondi di coesione, e poi assicurarsi che Jean-Claude Juncker rispetti gli impegni e realizzi il piano da 300 miliardi di investimenti in cinque anni annunciato nei mesi scorsi. Queste, per Sandro Gozi, i due ambiti su cui si dovrà lavorare fin da subito per permettere alla macchina europea di ripartire. “Siamo pronti a confrontarci con la Commissione europea entrante perché interpreti il patto di stabilità in senso ‘growth-friendly’”, dice a Bruxelles il sottosegretario agli Affari economici in occasione del VI forum sulla coesione, incentrato sul tema degli “investimenti per crescita e occupazione”. L’Ue, per il periodo 2014-2020, mette sul piatto 366 miliardi di euro per promuovere sviluppo e crescita della regioni. Una cifra che, a detta di Gozi, “considerato il cofinanziamento nazionale dovrebbe superare i 450 miliardi di euro”. A patto che gli enti locali – e di riflesso i paesi – possano spendere. “In un congiuntura così difficile l’Europa deve usare al meglio questo strumento da 450 miliardi di euro”. Perché ci sia un uso efficiente ed efficace dei fondi comunitari “i paesi devono sapere usare le risorse, e l’Ue deve usare i margini di flessibilità” prevista dai patti.
Accanto a questo servono gli investimenti. “Tra il 2008 e il 2013 gli investimenti pubblici sono diminuiti del 20%”, lamenta Gozi, per il quale “è interessante vedere subito l’impegno di Juncker”, che per essere eletto dal Parlamento europeo quale prossimo capo della Commissione, ha promesso un piano di investimenti da 300 miliardi in cinque anni, da lanciare già a febbraio 2015. “Juncker – rimarca Gozi – ha promesso un piano di investimenti aggiuntivi per noi molto importante”. Come governo e come presidenza di turno del Consiglio Ue “per noi è importante il sostantivo ‘investments’ (investimenti) ma ancor più importante è l’aggettivo ‘addictional’ (aggiuntivi)”.