L’Unione europea si avvia ad aprire alla possibilità di coltivare Organismi geneticamente modificati in quei Paesi membri che sono favorevoli. Dopo uno stallo di circa 4 anni, a causa della posizione contraria di molti Paesi membri, il Consiglio ha trovato un accordo a luglio che ora dovrà essere negoziato con i deputati, che sono però inclini a una posizione molto più restrittiva. Se ne è parlato nell’audizione in Commissione Ambiente del Parlamento europeo in cui la presidenza italiana del Consiglio dell’Ue ha presentato la posizione del Consiglio.
“La regolamentazione degli Ogm si rende necessaria perché, senza una cornice normativa definita, ci troviamo in una situazione in cui si rischia di consentire comunque, e senza basi certe, la richiesta e l’ottenimento di autorizzazioni alla coltivazione di organismi geneticamente modificati tramite altri percorsi, come ad esempio attraverso il ricorso alla Corte di Giustizia”, ha spiegato Giovanni La Via (Ncd-Ppe), presidente della commissione Ambiente.
Il punto cardine della proposta del Consiglio è rappresentato dalla facoltà lasciata agli Stati Membri di decidere se autorizzare o meno la coltivazione degli Ogm e da una lista di motivazioni che renderanno possibile a uno Stato rifiutare l’autorizzazione.
“La posizione del Consiglio contiene troppe possibili scappatoie che lasciano spazio a possibili attacchi legali da parte di aziende biotech”, ha accusato Lynn Boylan (Gue) durante il dibattito. Secondo il deputato irlandese “Il testo richiede un miglioramento soprattutto nel campo della valutazione del rischio della diffusione transfrontaliera, per questo bisogna pensare ampie zone tampone tra le aree che hanno consentito la coltivazione degli Ogm e quelle che l’hanno vietata”. Lo scopo è quello di evitare possibili contaminazioni dei campi.
“Si tratta di temi delicati – ha continuato La Via – che coinvolgono da vicino la tutela della salute dei consumatori e molto sentiti dall’opinione pubblica. Rispetto ad essi, ci metteremo subito al lavoro, avviando un importante dibattito che vedrà protagonisti i deputati della Commissione ambiente in vista del voto in plenaria, che costituirà il mandato negoziale del Parlamento, che mi auguro possa consentire di raggiungere un accordo”. Il testo dovrebbe essere votato in Plenaria a Novembre e allora inizierà il negoziato tra Parlamento e Consiglio, e si cercherà di raggiungere un accordo sotto la presidenza italiana, ovvero entro la fine dell’anno.