colonna sonora: Paul Kalkbrenner – Per Aspera Ad Astra
L’incipit è fondamentale.
Nel cassetto ho centinaia di trattati filosofici e romanzi bellissimi che non ho mai pubblicato perché non sono riuscito a trovare un incipit decente. Nel cassetto ci sono anche i sogni, ovviamente. Anzi forse ci sono solo quelli. Sono talmente tanti che ho dovuto iniziare a spostarli nell’armadio insieme agli scheletri. E all’amante della mia compagna. Che non è che si nasconde: vive proprio nel nostro armadio, ci paga parte dell’affitto e visto che manda avanti l’economia familiare chiudo un occhio. Con l’altro invece faccio il voyeur.
Ecco, un incipit così non potrebbe mai funzionare, il nonsense non ha più senso in questi tempi insensati.
Un buon inizio è sempre la base di una buona continuazione. Mia nonna diceva spesso “Mike Bongiorno si vede dal mattino”, perché era una sua fan sfegatata e si guardava di continuo le puntate registrate della ruota della fortuna. D’altronde la fortuna è cieca, come l’amore. E tutti e due sono anche un po’ stronzi, se vogliamo, che vanno e vengono quando gli pare, come l’ispirazione.
Scrivo queste righe confuse sul tavolino di un lurido pub a Newport (Galles, UK), davanti a un fish&chips e una pinta di Guinness, guardando Francia – Spagna. L’Europa è anche questa. Ed è anche la voce “pastas” del menù, dove viene descritta la “Lasagna” fatta con manzo inglese, bacon e vino rosso, che non so per quale motivo mi fa pensare a un Barbapapà ubriaco. Devo parlarne al mio analista, lo tengo legato in cantina per questo.
L’Europa è anche Federica Mogherini che è diventata Lady PESC. E come recitava un simpaticissimo tuit, “col Pesc ce famo er Sush”. Un ottimo risultato per l’Italia, ma a me mi toccherà lavorare il doppio.
Ma l’Europa fa anche parte della NATO, motivo per cui mi ritrovo in questo mega resort (dall’inizio del capoverso scorso nel frattempo è passato un giorno, sono cose che un lettore non può percepire, ma è per questo che sono state inventate le parentesi) isolato dalla civiltà, in mezzo al gigantesco campo da golf addobbato con carri armati, F35, tende militari, granate, missili, percorsi di guerra e dimostrazioni di disgustose operazioni chirurgiche iperreali in un ospedale da campo (da golf).
Dal media center si vede l’hotel in cui i capi del mondo stanno trovando una soluzione alla questione Ucraina insieme al Poro Schenko, e decidendo di bombardare Iraq e Siria per arrestare l’avanzata jihadista. Un ottimo rimedio alla crisi economica.
Obama appena mi ha visto mi ha chiesto quando sarebbe ricominciato Fuori Tema e gli ho detto che se mi lasciassero un attimo libero sarebbe tutto più facile. Stava per ordinare di bombardare la sala stampa per eliminare i miei impegni ma gli ho detto di stare tranquillo, che qualcosa mi sarei inventato.
Abbiamo cominciato parlando di inizi: l’incipit di questo nuovo anno è abbastanza hardcore, sia sul piano lavorativo, che personale, che globale. L’importante è che ci siamo ritrovati tutti, più o meno abbronzati, più o meno rilassati, più o meno pronti ad affrontare l’anno che verrà.
In ultima analisi, oltre all’inizio è fondamentale la conclusione. Praticamente tutto quello che c’è in mezzo non serve a niente se non a passare il tempo.
E parlando del tempo come fossimo in ascensore, lo staff di Fuori Tema augura a tutti un meraviglioso 2014/2015, anche (anzi soprattutto) a chi ancora deve arrivare.
Buon uichènd a chi sogna la pace nel mondo e per ottenerla costruisce cacciabombardieri.