Malumori nella maggioranza di centro-sinistra slovena che sostiene il primo ministro “in pectore” Miro Cerar, per quella che sembra essere stata una vera e propria auto-candidatura del primo ministro uscente, la liberale Alenka Bratušek, per svolgere l’incarico di Commissario Europeo nell’esecutivo Juncker.
Cerar avrebbe manifestato direttamente a Juncker la volontà di sostenere Tania Fajon, eurodeputata nel gruppo dei socialisti.
Nella fase finale del suo Governo, il primo ministro uscente Bratusek aveva avanzato a Juncker una rosa di tre nomi nella lista dei possibili commissari, in cui oltre al nome liberale (il suo), vi era l’ex ministro degli esteri Karl Erjavec e la socialista Tanja Fajon.
Juncker, nelle convocazioni per le audizioni, ha optato per Bratusek, probabilmente anche per la necessità di aumentare il numero di donne e di liberali presenti nella nuova squadra. Due obbiettivi raggiungibili in un colpo solo con la nomina di Bratusek.
Ad alcuni cronisti che evidenziavano i malumori nella maggioranza per la scelta di Bratusek, la portavoce di Juncker Mina Andreeva ha ribadito che il Presidente eletto della Commissione ha avuto modo di verificare l’indipendenza, l’integrità e la competenza dei candidati (implicito il riferimento alla liberale) e che la parola spetta ora al Consiglio prima e al Parlamento poi.
Juncker però i nomi per la sua squadra di commissari sembra averli scelti. Il nuovo Governo sloveno sostenuto dalla maggioranza di centrosinistra che spinge per Tanja Fajon entrerà ufficialmente in carica il 15 settembre dopo aver ottenuto la fiducia in Aula. Fino a quel momento fanno notare da Lubiana, “l’esecutivo Cerar avrà le mani legate nel manifestare il suo dissenso sulla scelta di Bratusek, e il processo è interamente nelle mani di Juncker”