Il leader del gruppo dei Liberal Democratici al Parlamento Europeo (Alde) Guy Verhofstadt interviene sulla questione nomine del prossimo esecutivo Junker. “I nostri candidati”, spiega, “sono di alto profilo, tutti ex ministri o primi ministri, per noi è essenziale che gli siano assegnati portafogli senior coerenti con il loro curriculum di alto livello”.
Oggi Jean-Claude Juncker ha inviato la lista dei commissari designati al presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi in qualità di presidente del Consiglio dell’Unione europea e attende il via libera degli Stati membri per poter annunciare i diversi portafogli assegnati e passare all’esame del Parlamento. Dei ventisette commissari candidati, i componenti dell’Alde sono cinque di cui, come nota con soddisfazione Verhofstadt, quattro sono donne.
Nel giorni scorsi durante i colloqui e le audizioni tenuti da Junker con i candidati, Verhofstadt aveva manifestato una certa preoccupazione per la composizione della futura Commissione poiché, a suo dire, avrebbe rischiato di essere troppo sbilanciata verso il Ppe con una scarsa rappresentanza di donne e di liberali europeisti. Una commissione di questo tipo, aveva ammonito, non avrebbe trovato l’appoggio dei liberali in Aula. Ora la scelta di Junker dei cinque candidati Alde sembra soddisfarlo, tuttavia la partita si sposta sull’assegnazione dei portafogli ed è su questo che il leader chiede di tenere in considerazione il background degli esponenti liberali.
E in effetti i liberali nominati per la futura hanno tutti un curriculum istituzionale di alto profilo, sono: Věra Jourová, attuale ministro per lo sviluppo regionale del governo ceco, la svedese Cecilia Malmström attuale Commissario europeo per gli Affari interni, Margrethe Vestager vice premier e ministro degli Affari interni danese, Alenka Bratusek premier uscente nell’esecutivo sloveno e infine Andrus Ansip per nove anni primo ministro del governo estone.
“L’economia tedesca è traballante e l’uscita dalla crisi è ancora lontana” e per questo, conclude Verhofstadt, è importante “L’adesione al Six pack in materia di sorveglianza di bilancio, ma anche un notevole piano di investimento e crescita, una maggiore integrazione economica in settori chiave come l’energia e l’agenda digitale, il rafforzamento della democrazia e, ultimo ma non meno importante, un politica estera più decisa”.