Valutare la possibilità di ricorrere agli stoccaggi, mobilitare tutte le risorse disponibili dell’Ue più eventuali aiuti comunitari nuovi, promuovere i prodotti agricoli europei, penetrare in nuovi mercati stranieri: queste le misure su cui gli Stati membri dell’Ue vorrebbero usare per rispondere all’embargo decretato dalla Russia ai generi agro-alimentari europei come risposta alle sanzioni dell’Ue per la crisi in Ucraina. Un esito finale il Consiglio straordinario dei ministri dell’Agricoltura convocato a Bruxelles non l’ha prodotto, ha sancito però la volontà politica dei Ventotto di rispondere, e subito, a “una crisi che non è del mercato agricolo ma che rischia di far pagare al settore il prezzo più alto”, come spiega il Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole e presidente di turno del consesso ministeriale.
Chi si attendeva risultati resterà deluso: soldi, per il momento, l’Ue sul piatto non ne mette. Ma ne metterà. “Di fronte a questa crisi straordinari, per me, bisogna ragionare sulla possibilità di mobilitare risorse straordinarie”, sostiene Martina. Si tratta di soldi al di fuori del budget comunitario per la Pac (la politica agricola comune) e dei fondi anti-crisi.
A Bruxelles inizia un percorso politico che si concretizzerà nel corso delle prossime settimane. È stato stabilito di istituire gruppi che studino la situazione filiera per filiera. L’obiettivo è quello di evitare aiuti ‘a pioggia’. Servono, al contrario, “aiuti mirati” per colpire chi ha davvero bisogno. “Abbiamo iniziato a ragionare in termini più strategici” per il comparto, evidenzia Martina. L’intesa politica è stata raggiunta oggi, e da oggi iniziano i lavori tecnici per tradurla in pratica. “Il lavoro non finisce qui”, rimarca Martina. “Già nei prossimi giorni i comitati di gestione valuteranno il lavoro impostato”, poi appuntamento alla riunione informale dei ministri di fine mese (il 28 settembre a Milano).
Soddisfatto il ministro francese, Stéphane Le Foll: occorreva far vedere alla Russia che l’Europa non sta a guardare e l’obiettivo è stato raggiunto. Si doveva dimostrare che “c’è la volontà di avere un’Europa mobilizzata, reattiva, e in grado di rispondere”. È importante, perché la Russia ci guarda, e “più si annuncia la catastrofe più chi la vuole se ne giova”. Per Le Foll serve che “ognuno sia responsabile”, e che di fronte a questa situazione “si faccia leva su tutti gli strumenti che abbiamo”. La riflessione è cominciata.