Jean-Claude Juncker ce l’ha fatta, è riuscito a raggiungere la soglia di 9 donne, la stessa della Commissione Barroso, “conditio sine qua non” posta dal Parlamento europeo per ottenere la fiducia dell’Aula. Ce l’ha fatta grazie al Belgio che ha finalmente formalizzato la candidatura di Marianne Thyssen, deputata europea del partito Cristiani Democratici e Fiamminghi, di cui è presidente, e vice presidente del Partito Popolare Europeo, e alla Romania che ha sostituito la sua candidatura iniziale, quella dell’attuale commissario all’Agricoltura Dacian Cioloș, con la sua seconda scelta, la socialista e vicepresidente del Parlamento europeo Corina Creţu. Le altre donne del futuro esecutivo saranno Federica Mogherini, già nominata Alto rappresentante, la polacca Elzbieta Bienkowska, la danese Margrethe Vestager, la bulgara Kristalina Georgieva, la svedese Cecilia Malmstroem, la Ceca Vera Jourova e la slovena Alenka Bratusek.
Ora il Presidente eletto potrà dedicarsi a sciogliere l’altro importantissimo nodo dei commissari legati alle materie economiche, altro punto centrale per trovare il consenso degli Stati membri. A Bruxelles si parla della possibilità che Juncker scelga sette ‘super vicepresidenti’ che avrebbero il compito di coordinamento dei portafogli affidati ai singoli commissari, in questo modo ad esempio c’è chi ipotizza che il francese Pierre Moscovici potrebbe ottenere gli Affari economici ma sotto la supervisione del falco popolare finlandese, Jyrki Katainen. Una ipotesi questa molto scivolosa perché porterebbe quindi ad avere dei commissari di serie A e di serie B, ipotesi questa che non sarebbe certo gradita ai Paesi che finirebbero in seconda fascia e che quindi difficilmente verrà realizzata. Forse già entro domani, il 5 settembre, la rosa dei nomi dovrebbe essere presentata e a quel punto attenderà il via libera del Consiglio europeo, solo allora Juncker annuncerà i portafogli. Nella Plenaria di ottobre il team completo sarà poi sottoposto all’esame dell’Aula.