La Russia “non è più un partner strategico”, e allo stato attuale “non c’è più” un partenariato tra l’Unione europea e la Federazione. Federica Mogherini chiude le porte a Mosca, e sancisce l’isolamento internazionale del Paese guidato da Vladimir Putin. Nella sua prima audizione in Parlamento europeo dalla nomina a prossimo Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, il ministro degli Esteri italiano usa toni duri, spiegando che quanto accaduto non è che il frutto delle azioni della Russia. “Non esiste più un partenariato strategico, per scelta di Mosca e per le conseguenze di quanto successo sul territorio. Questa è la fotografia del momento”.
Mogherini parla in commissione Affari esteri in qualità di titolare della Farnesina, ed espone il programma della presidenza italiana dell’Ue. Al riguardo, precisa, “se dovessi modificare qualcosa nel programma di presidenza italiana di questi sei mesi è la prima riga del paragrafo sulla Russia: la Russia resta un attore politico nelle sfide globali, ma non è più un partner strategico”. Non solo: è un obiettivo per ulteriori sanzioni. Mogherini conferma che a livello comunitario si sta già lavorando al pacchetto. “Domani la Commissione presenterà la sua proposta in Coreper e per venerdì ci sarà una decisione”.
Quella ucraina è senza dubbio “la nostra sfida principale”, forse perché la più delicata. Ma nell’agenda italiana – e quindi quella di Mogherini – ci sono anche Iraq e Siria. “L’essenza della questione è trovare una soluzione regionale” per combattere gli estremisti islamici dell’Isis.
“Abbiamo bisogno di costruire una dialogo regionale che permetta a diversi attori di affrontare insieme la sfida che l’Isis sta ponendo alla nostra sicurezza”, anche attori che normalmente “non sono portati a parlarsi”. Con le milizie islamiche direttamente però “non c’è dialogo politico possibile”.
Sul fronte immigrazione Mogherini ribadisce quindi quanto più volte detto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. “L’obiettivo della presidenza italiana – spiega la titolare della Farnesina – è far passare il messaggio che è una questione che non riguarda solo l’Italia o unicamente il sud dell’Europa, ma tutti”.
Altra priorità italiana l’ampliamento dell’Ue. Nessun nuovo ingresso, non per ora almeno, quindi la chiave sarà il rilancio delle strategie regionali. “L’Italia – ricorda Mogherini – è sempre stata a favore dell’allargamento dell’Unione europea, e quindi pensiamo che lo strumento dell’ampliamento sia utile anche a livello regionale”. Per questo motivo da qui alla fine di dicembre “noi sosterremo l’accordo di associazione tra Ue e Moldavia, ma anche con Georgia e Ucraina”. Per quanto riguarda la Turchia, questo “è uno dei paesi in cui il processo di riforme politiche potrebbe essere rafforzato maggiormente grazie al processo negoziale, e con il nuovo governo ad Ankara questo lavoro di transizione credo che può essere realizzato”. Per la Bosnia-Erzegovina, invece, “tutto dipende dalle prossime elezioni”, ma per il ministro degli Esteri è indubbio che “per il paese questa è l’opportunità di presentare una candidatura credibile”. Infine la ex repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), dossier bloccato per l’ostruzionismo greco sul nome del paese candidato. “Serve la volontà politica” di far procedere il negoziato, le parole di Mogherini in un implicito richiamo al governo di Atene.