“Una Commissione europea senza un numero adeguato di donne non è credibile”. Il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz torna a chiedere ai leader degli Stati membri di far quadrare i conti: attualmente le donne candidate ufficialmente per far parte della squadra di Jean-Claude Juncker nella prossima Commissione sono cinque (Danimarca, Italia, Repubblica ceca, Svezia), troppo poche perché il Parlamento possa accettarlo. “Ognuno ha le proprie responsabilità, e se i capi di Stato e di governo finora hanno deciso di puntare solo su uomini spetterà a loro aumentare il numero di donne”. Un compito che i ventotto dovranno assolvere, perché – avverte Schulz – una Commissione con uno scarso numero di donne “rischia di non ottenere la maggioranza in Parlamento e di essere respinta”.
In questo processo in parte dipenderà anche da Juncker, il presidente eletto per la guida dell’esecutivo comunitario. Alcuni paesi hanno proposto una rosa di nomi (Bulgaria, Paesi Bassi e Slovenia hanno tre-quattro opzioni miste), che Juncker inizierà a esaminare da lunedì. Fino al 9-10 settembre ci saranno le audizioni, e poi verrà presentare la lista dei commissari, che saranno poi ascoltati in Parlamento alla metà del mese (15-18). Per l’istituzione guidata da Schulz la linea rimane invariata: “Occorre procedere per il superamento degli squilibri di genere e di rappresentazione”.