Non sono all’ordine del giorno, ma anche le questioni economiche saranno discusse al Consiglio europeo di domani, che ha dunque un’agenda molto piena: dalle nomine per i top jobs, all’Ucraina, la Siria, l’Iraq, la Libia, Il Medio Oriente e la risposta europea al virus Ebola.
Per la parte economica, spiegano fonti europee, si valuterà “la particolare debolezza e un Pil nominale estremamente debole, insieme ad una disoccupazione inaccettabilmente alta”. I leader europei vogliono allora “dare indicazione di un processo che è in corso verso il prossimo consiglio di ottobre, che sarà dedicato all’economia e dovrà sostanziare le discussioni che si stanno programmando da ora ad allora”. In sostanza si cerca di mostrare che l’attenzione è costante e il confronto profondo. Il momento è decisivo, perché “ci stiamo spostando – ribadiscono le fonti – dall’attenzione ai bilanci alla crescita e occupazione, e qui si sta rafforzando il consenso per fare qualcosa di concreto”. Si prepara insomma il percorso verso interventi in grande stile, come l’aumento di capitale della Banca euopea degli investimenti e il piano da 300 miliardi che il nuovo presidente della Commissione Jean-Claude Juncker vuol lanciare entro febbraio prossimo.
Al momento il focus “non è sulla flessibilità”, dicono le fonti, precisando che quel che c’era da dire è stato detto al Summit di giugno: fate le riforme strutturali e avrele la flessibilità che già esiste nel patto. Su questo l’Ue non si sposta di un millimetro.
Per quanto riguarda l’Ucraina il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, incontrerà il presidente ucraino Petro Poroshenko, e quest’ultimo – rivelano fonti europee – con ogni probabilità parteciperà alla riunione dei leader europei, almeno per la parte della discussione riservata all’Ucraina.