I socialisti europei sembrano puntare a entrambi i ‘top jobs’ che il Consiglio europeo di domani deve nominare. “Il Ppe si è già assicurato la carica di Presidente della Commissione europea. Il Pse si aspetta che i capi di Stato e di governo ora garantiscano l’equilibrio necessario per consentire alle forze progressiste di svolgere un ruolo attivo e centrale nel dare una nuova forma alla Ue”, si legge in un comunicato del partito. Dato che già il Pse si è conquistato, con il beneplacito del Ppe, la poltrona di Alto rappresentante, una dichiarazione del genere, alla vigilia del vertice che deve indicare i due nomi, sembra poter aprire una fase “nuova” del confronto, nella quale i socialisti puntano a due delle tre posizioni più alte, così come fino ad ora hanno avuto i popolari. Questa richiesta potrebbe far pensare ad un accordo globale nel quale i conservatori e i “falchi” (orchestrati da Berlino) potrebbero ottenere le leve di comando nelle posizioni economiche della prossima Commissione. Altra interpretazione è che il Pse vuole essere sicuro di mettere in sicurezza la nomina di uno dei suoi, in queste settimane si parla del francese Pierre Moscovici, come commissario agli Affari economici.
“Ppe e il Pse hanno ricevuto una quasi gli stessi voti nelle elezioni europee di maggio”, anzi “il Pse nel complesso ha ricevuto più voti complessivamente”, e “tale risultato deve tradursi in una nuova leadership e direzione dell’Ue”, afferma il leader del Pse Sergei Stanishev. I socialisti sembrano insomma chiedere ai capi di Stato e di governo di scegliere tra di loro sia il futuro Presidente del Consiglio europeo che l’Alto rappresentante. “Crediamo che l’equilibrio di genere sia importante tanto quanto l’equilibrio politico”, ha aggiunto Stanishev, come a lanciare la volata a entrambe le due donne del Pse in lizza per i posti: Helle Thorning-Schmidt e Federica Mogherini.
Per Stanishev “i cittadini europei sono stanchi delle politiche conservatrici che hanno provocato la stagnazione economica e l’ingiustizia sociale nel nostro continente e vogliono che i nuovi leader dell’Ue riflettano il cambiamento di direzione per cui hanno votato”. “L’Europa ha chiesto un cambiamento – gli ha fatto eco il capogruppo S&D al Parlamento europeo, Gianni Pittella – Abbiamo bisogno di trovare un nuovo percorso che sfrutta l’economia globale a vantaggio di tutti i cittadini, non solo di pochi. La disuguaglianza è in aumento e abbiamo bisogno di forti politiche sociali per combattere questo in Europa e nel mondo”.