L’Unione europea si felicita che la tregua tra Israele e Gaza stia reggendo e chiede “di affrontare con urgenza la situazione umanitaria”. Dopo 50 giorni di scontri e bombardamenti le condizioni della Striscia sono tremende: 2mila morti di cui quasi 500 erano bambini, più di 10mila feriti, in gran parte civili, più di 100mila persone sono rimaste senza casa e vivono ammassate in scuole, con meno di un’ora d’acqua corrente al giorno. Secondo le stime saranno necessari miliardi di dollari per la ricostruzione e anni per riparare i danni alle infrastrutture.
Per questo, si legge in un comunicato del servizio Esterno dell’Ue, ora serve “un accordo duraturo”, capace di “affrontare alla radice le cause del conflitto e portare un cambiamento radicale nella situazione di Gaza”. Per farlo “il governo di consenso nazionale, sotto la leadership del presidente Abbas, deve esercitare la sua amministrazione sulla Striscia”.
Per il momento Israele ha acconsentito a riaprire il valico di Erez con la Striscia ai malati, ai commercianti e ai palestinesi di Gaza che hanno permessi speciali. Ridotta la “zona di interdizione”: agli agricoltori palestinesi viene anche consentito di avvicinarsi fino a 100 metri dal confine. Per i pescatori, invece, la zona autorizzata torna a 6 miglia marine e fra un mese passerà a 12.