La pace, almeno a parole, è l’obbiettivo comune dichiarato di Ucraina e Russia. “Il nostro obiettivo principale è la pace. Chiediamo azioni decise che porteranno la pace in territorio ucraino”, ha affermato il presidente ucraino, Petro Poroshenko, al termine dei suoi incontri a Minsk con i leader di Bielorussia, Kazakhstan, Russia e rappresentanti dell’Unione Europea. La Russia “da parte sua, farà il possibile per sostenere il processo di pace se questo verrà avviato”, è stato il commento del presidente russo Vladimir Putin.
I due presidenti si sono incontrati a Minsk per il vertice fra l’Unione doganale eurasiatica (che comprende Russia, Bielorussia e Kazakistan), Ucraina e Ue. Dopo essersi stretti la mano hanno avuto un colloquio “molto duro e complesso”, come lo ha definito Poroshenko, di due ore. Si è trattato del secondo incontro tra i leader russo e ucraino. Il primo risaliva a più di due mesi fa, il 6 giugno, in Francia.
Poroshenko ha sottolineato che nel corso di tutti i suoi colloqui a Minsk le parti hanno affrontato il tema dell’attuazione del suo piano di pace per la pacificazione nella regioni di Donetsk e Luhansk. “Abbiamo insistito sul fatto che prima di ogni altra cosa è necessario raggiungere un accordo per garantire la libertà dei cittadini ucraini illegalmente detenuti. La logica del piano di pace è stata sostenuta da tutti i capi di stato”. Il leader della Federazione russa ha però sottolineato che sta a Kiev e ai leader separatisti che operano nell’Ucraina orientale definire le condizioni di una tregua
Le parti hanno anche concordato sulla necessità di intensificare le attività del Gruppo di Contatto trilaterale. Il presidente ha quindi reso noto che i negoziati sull’energia con la partecipazione dei ministri di Ucraina e Russia oltre che dell’Ue si terranno il 6 settembre.
“La nostra principale preoccupazione è l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina”, ha affermato l’Alto rappresentante, Chaterine Ashton a margine dell’incontro. “Abbiamo chiesto un cessate il fuoco, legato alla corretta gestione delle frontiere”, ha aggiunto Ashton, secondo cui è importante “che il sostegno umanitario raggiunga le persone in modo corretto, in piena linea con il diritto internazionale”.
Ma nel Paese gli scontri non si fermano. Almeno altri tre civili sono morti nell’ennesimo bombardamento che si è abbattuto nella notte su Donetsk, e in particolare sui quartieri settentrionali di Kuibishevski e Kirovski assediati dalle forze di Kiev che a sua volta denuncia il movimento in territorio ucraino di un centinaio di mezzi militari provenienti dalla Russia. Lo riferisce l’agenzia Unian in assenza di altre conferme.