Pomodori, carote, cavolo bianco, peperoni, cavolfiori, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, frutti rossi, uva da tavola e kiwi: per tutti questi prodotti siamo in piena stagione, sono per la grande maggioranza non stoccabili e difficilmente possono trovare nell’immediato mercati di vendita alternativi. Alternativi a quello della Russia che, in risposta alle sanzioni imposte dall’Ue per la crisi ucraina, ha varato pesanti contro-sanzioni che prevedono un embargo totale su carne di manzo, carne suina e avicola, latte e formaggi, ma anche frutta e verdura provenienti dai Paesi del vecchio continente. Una misura che può fare male, soprattutto ai produttori di ortaggi freschi e deperibili, per cui la Commissione europea ha deciso di dare il via libera a misure straordinarie. Per sostenere i prezzi di questi prodotti, colati a picco dopo l’annuncio delle ritorsioni russe, saranno disponibili fino a 125 milioni di euro fino, da oggi fino a novembre.
Le misure eccezionali prevedono ritiri dal mercato per la distribuzione gratuita, risarcimento per la mancata raccolta e raccolta anticipata. L’assistenza finanziaria coprirà tutti i produttori, sia quelli che appartengono ad organizzazioni di produttori, sia i singoli. Saranno formalizzate ufficialmente soltanto nei prossimi giorni, ma avranno valore retroattivo a decorrere da oggi. Tutti i volumi ritirati da questo momento in poi (o sottoposti a raccolta anticipata o altre misure) saranno quindi già oggetto delle misure che si applicheranno fino alla fine di novembre.
La situazione del mercato ortofrutticolo sarà discussa in un nuovo incontro con esperti degli Stati membri e del Parlamento europeo, fissato per venerdì. Gli sviluppi del mercato ortofrutticolo, e degli altri settori colpiti dal bando russo, saranno monitorati settimanalmente dagli esperti dei diversi Paesi e dell’esecutivo Ue che ha già fatto sapere di essere pronto a supportare ulteriormente i settori fortemente dipendenti dall’export verso la Russia, adattando queste misure o prevedendone altre.
“Tutti gli agricoltori dei prodotti in questione (in organizzazioni di produttori o no) potranno chiedere di beneficiare di queste misure di sostegno del mercato, se lo in cui lo riterranno opportuno”, rassicura il Commissario Ue all’agricoltura, Dacian Ciolos. “Agire presto – è convinto il responsabile Ue – fornirà un sostegno efficace al prezzo pagato ai produttori sul mercato interno, aiutando il mercato regolare ed essere redditizio”.
Misure che potranno essere utili anche agli agricoltori italiani: nell’ultimo anno, ricorda Coldiretti, il nostro Paese ha esportato verso la Russia frutta e verdura per un valore complessivo di 72 milioni di euro. Dalle misure, lamenta comunque Coldiretti, “restano esclusi i prodotti diversi dall’ortofrutta ma comunque colpiti dal blocco come le carni di manzo e maiale, pollo, pesce e frutti di mare ed il latte, i latticini ed i formaggi tra i quali ci sono prodotti tipici Made in Italy dal grana padano al parmigiano reggiano fino al prosciutto di Parma fortemente danneggiati dall’embargo”. Nel primo quadrimestre del 2014, le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia nonostante le tensioni sono aumentate dell’uno per cento, dopo che lo scorso anno, ricorda Coldiretti, avevano raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro. Nel 2013, oltre a frutta e verdura, sono state esportate carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro e importi molti più limitati per il pesce. I danni diretti per il Made in Italy agroalimentare sono stimati dalla Coldiretti attorno ai duecento milioni di euro.