La situazione sai complica. L’Italia è da oggi in recessione, con un andamento del Pil disastroso che fa rialzare la testa ai falchi di Bruxelles che mai avevano smesso di tenere sotto controllo i conti di Roma spingendo ogni giorno sulla necessità di riforme.
Secondo i dati diffusi oggi da Istat il Pil italiano scende dello 0,2% nel secondo trimestre del 2014 dopo la frenata dello 0,1% del primo trimestre e registra su base annua un calo dello 0,3%, il livello più basso degli ultimi 14 anni. Le cifre diffuse questa mattina dall’Istat sono peggiori delle stime degli analisti, che si aspettavano un dato tra il +0,1% e il -0,1%. Un che è nettamente peggiore anche rispetto alle previsioni della Commissione, che per il secondo trimestre di quest’anno avevano indicato una crescita dello 0,3%.
Alla Commissione europea “ci attendiamo un impatto negativo sulle finanze pubbliche” dai dati deludenti sul Pil italiani. Ma “è troppo presto per aggiornare le previsioni sul deficit che saranno pronte a novembre”, assieme alle valutazioni sui piani di bilancio per il prossimo anno. Lo ha affermato il portavoce del Commissario responsabile degli Affari economici Jyrki Katainen, Simon O’Connor. “Sfortunatamente i dati indicano che in Italia la ripresa è destinata ad essere ulteriormente ritardata. Indicano una performance del Pil ben più debole di quanto pronosticato nelle previsioni di primavera della Commissione europea – ha spiegato O’Connor durante la conferenza stampa di metà giornata a Bruxelles – ma in linea con le stime più recenti di altre istituzioni, come il Fondo monetario internazionale e la Banca d’Italia”.
“Ora, ovviamente si prevede che i dati peggiori del previsto sul Pil del primo e del secondo trimestre abbiano un impatto negativo sulle finanze pubbliche – ha avvertito O’Connor -. Al tempo stesso gli ultimi dati su entrate fiscale e spesa pubblica non mostrano una tendenza chiara e quindi è troppo presto per aggiornare le previsioni sul deficit 2014”. Questi aggiornamenti “saranno pronti a novembre (dunque saranno resi noti dalla nuova Commissione, ndr) con le nostre previsioni autunnali, che conteranno anche le nostre valutazioni sui bilanci del prossimo anno che i paesi devono presentare per metà ottobre”.
Dati cattivi che fanno dire al Wall Street Journal in un durissimo articolo che Matteo Renzi “ha parlato molto di come trasformare l’Italia, e il risultato alle elezioni europee ha mostrato che il presidente del Consiglio avrebbe il sostegno popolare per farlo”. Finora, però, “sono stati compiuti pochi progressi sulle riforme al sistema giudiziario e al mercato del lavoro, entrambi vitali per la crescita”. Il Wall Street Journal ha dedicato un articolo alla “interminabile recessione” italiana, “un problema non solo per Roma, ma per l’intera eurozona. A meno che Renzi non cominci a mantenere le sue grandiose promesse – ha scritto Richard Barley sul quotidiano americano – ci potrebbero essere dei problemi in futuro”.
Partendo dal nuovo dato, peggiore delle aspettative, sul calo del Pil il Wall Street Journal ha sottolineato che “la verità è che l’Italia non è mai uscita dalla recessione”, visto che “negli ultimi 12 trimestri, ha avuto un trimestre di crescita”. L’economia italiana, ora, “è più del 9% sotto i livelli precedenti alla crisi e in termini reali è allo stesso livello del 2000. Quasi l’intero periodo trascorso nell’euro è stato un insuccesso economico per l’Italia”.
Duro anche l’ex ministro Corrado Passerra, ora leader di un piccolo movimento politico, Italia Unica, che scrive: “Con quale faccia andremo a Bruxelles a dire che il pareggio di bilancio, già rinviato di un anno, slitterà ancora? Che la flessibilità serve per rilanciare un’economia che sta dando già risultati? Già, quali risultati?”.
La risposta di Renzi è un nuovo incoraggiamento ai parlamentari ad andare avanti con le riforme: “Nel 2012 abbiamo fatto meno 2,4%. Nel 2013 abbiamo fatto meno 1,6%. Nei primi sei mesi siamo a meno 0,3%. Dobbiamo invertire la rotta. Ma dipende solo da noi. Dal nostro lavoro in Parlamento e nel Paese. I ‘MilleGiorni’ sono la concreta possibilità di far ripartire la speranza e la crescita», ha scritto il premier in una lettera ai parlamentari della maggioranza. Il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan ha invece riubadito che nessuna manovra aggiuntiva è alle viste. Per ora.