colonna sonora: Fatboy Slim – Talking ’bout my Baby (Midfield General’s Disco Reshuffle)
Ogni volta che inizio a scrivere una nuova puntata di Fuori Tema, a lume di candela, intingendo la penna di aquila reale nel calamaio, per poi passare l’inchiostro con calligrafia da amanuense del ‘500 sullo schermo dell’aipad (finora ne ho dovuti ricomprare 76), mi arrovello nel dubbio se cercare un argomento che riguardi tutti o parlare dei beati cazzi miei.
Siamo arrivati all’ultima puntata di quest’anno, gli aficionados sanno benissimo che il vero anno finisce il 31 luglio ed inizia il 1 settembre (vedi prima puntata), quindi in realtà è composto da 11 mesi, più 1 da usare come bonus per godere della bella stagione, dei topless oliati che giocano a racchettoni e dell’incredibile quantità di parcheggi disponibili, e forse ho trovato un modo per unire il pubblico e il privato, un po’ come ha fatto per vent’anni Silvio Berlusconi e che continuerà a fare se nessuno si decide ad approvare una legge sul conflitto d’interessi, cosa che stiamo aspettando dai tempi del governo D’Alema, il quale nel frattempo aspira a diventare Presidente del Consiglio Europeo, non si capisce bene in base a cosa.
Ma come al solito state andando Fuori Tema (stacchetto musicale).
L’evento che mi ha più coinvolto negli ultimi giorni è stato il trasloco dal vecchio monolocale di 38m2 al nuovo appartamento radical chic di 80 + terrazza. La parola “trasloco” deriva da “trans”, ovvero “persona che ha sia il pene che i seni” e “loco”, ovvero “pazzo, in lingua spagnola”, e significa letteralmente “pazzo spagnolo che ha sia il pene che i seni”, ma significa anche “portare da un luogo ad un altro”. Tralasciando per un momento il trans iberico, possiamo utilizzare il secondo significato in senso figurato, facendolo diventare un passaggio dal vecchio anno appena passato al nuovo che arriverà tra un mese.
L’università di Montefiascone organizza dei seminari sui collegamenti tra gli argomenti usati da Fuori Tema. Tenuti da un professore spagnolo, transessuale. Il professor Juan Do Losenti (chi la capisce vince una notte con lui).
Fare un trasloco è la seconda causa di stress più grave nella vita di un essere umano, superato solo dalla perdita del caricabatterie quando si ha il telefono al 2% in attesa di una chiamata importantissima. Si lascia quello che per anni è stato un nido d’amore di gioia e dolore di donna e motore, per ricominciare da zero in un posto nuovo dove non conosci ancora le strade paracule per parcheggiare, devi riconquistare la fiducia dei negozianti e scoprire dove abita la MILF più sexy del vicinato che poi inizierai a stalkerare come hai sempre fatto finché non sei stato costretto a cambiare paese, identità e sesso (i seminari del prof. Do Losenti trattano anche i celebri esempi di nicchia di questa rubrica).
Passare da un anno all’altro sembra facile, ma non tutti ce la fanno, pace all’anima loro. Si comincia pieni di aspettative e buoni propositi e ci si ritrova ben presto in un vortice di cambiamenti, disillusioni, emozioni, scoperte e numeri di telefono di trans spagnoli. Anche se tutto sembra fermo, in realtà la vita scorre come il fiume Panta, dove non puoi immergerti due volte nelle stesse acque, ma comunque esci tutto bagnato e ti stendi sull’erba ad asciugare, aspettando il cadavere del tuo nemico che invece è alle Bahamas con due bellissime escort lituane. Quindi alla fine dell’anno, se ti fermi a guardare indietro, senza rimpianti ma giusto per curiosità, ti accorgerai di non essere la stessa persona del primo settembre scorso, quando iniziava l’avventura di Fuori Tema ed eravamo tutti più giovani ma meno belli.
Traslocare significa trovarsi di fronte a tutti i beni materiali accumulati negli anni, abbandonarsi ai ricordi belli o brutti a cui essi sono legati, buttare quelli di cui non hai più bisogno, riesumare quelli che non sapevi nemmeno di avere e metterli dentro agli scatoloni. Col senno del poi aggiungo anche che sugli scatoloni è bene scrivere chiaramente il contenuto, PRIMA di chiuderli col nastro adesivo senza avere idea di quale contenga i pennarelli.
Traslocare significa ritrovarsi in mezzo a decine di scatoloni, con in mano un rotolo di nastro adesivo quasi finito e senza forbici per riaprirli, chiuse anch’esse chissà dove.
Cambiare anno significa trovarsi di fronte a tutto il bagaglio di nuove esperienze accumulate nei mesi, abbandonarsi ai ricordi che si sono vissuti, guardare per l’ultima volta quelli dolorosi, riesumare quelli che scopri ti fanno sorridere e chiuderli dentro al cuore, o dentro all’anima, come direbbe la mia compagna, per tenerli a portata di mano facendo comunque spazio per quelli nuovi.
Si perché quando hai buttato i sacchi pieni di immondizia e portato le cianfrusaglie al mercatino dei poveri, comprato i nuovi mobili e svuotato tutti gli scatoloni riponendo ogni cosa al suo posto e ogni posto per ogni cosa, pensi di essere al punto di arrivo ma sei solo al punto di una nuova partenza. E’ un ciclo continuo che non si ripete mai nello stesso modo, da milioni di anni. Anche se ai tempi delle caverne i traslochi erano molto più semplici e infatti quel periodo fu segnato dalla più grande crisi del settore trasporti della storia.
Ora possiamo tranquillamente ricominciare, anzi continuare, ad accumulare beni (e mali) materiali e spirituali.
Quindi anche se questa è l’ultima puntata dell’anno, paradossalmente è la prima di una nuova fase, sempre che il direttore voglia ancora ospitare questa rubrica il prossimo anno. Anzi scrivetegli qualche imeil minatoria.
Spero che vi abbia fatto piacere leggermi (non sempre, lo so, ma finché è gratis mica ce se po’ lamenta’) come a me ha fatto piacere essere letto da personcine a modo come voi (ho fatto un corso di marketing da poco, sempre dal professor Do Losenti).
Buone vacanze a chi riempie il proprio fagotto di tutto ciò che lo far star bene ma lascia sempre lo spazio per le novità che ogni giorno può regalarci.
Ander de big brait iello sàn.