Il pacchetto di sanzioni economiche è formalmente adottato, i nomi dei nuovi destinatari di misure restrittive sono stati pubblicati. Continua il lavoro dell’Unione europea per punire la Russia per la condotta nella crisi ucraina. Il Consiglio Ue ha dato oggi il via libera al pacchetto di misure che ridurranno l’accesso di Mosca ai mercati dei capitali Ue, imporranno un embargo sulle armi, bloccheranno l’export di materiali “dual use” per scopi militari e quello di tecnologie utili all’industria petrolifera russa. Restrizioni che diventeranno effettive da domani.
Intanto si allunga ancora la lista nera di coloro che sono colpiti da blocco dei beni e divieto di viaggio. E questa volta, come annunciato, tra i nomi degli otto russi colpiti, ci sono anche quelli di alcuni fedelissimi del “cerchio magico” del presidente, Vladimir Putin. Tra loro in particolare Arkady Rotenberg, uno dei più importanti imprenditori dell’Europa orientale, nonché compagno di judo del presidente. E poi Yury Kovalchuk e Nikolai Shamalov, i due più vecchi azionisti della Rossiya Bank, considerata la cassaforte degli oligarchi russi. Colpite con il congelamento dei beni anche tre entità: la Banca nazionale commerciale, la prima ad installarsi in Crimea dopo l’annessione della penisola alla Russia, e le compagnie aeree Dobrolyot Airlines, che operano i voli tra Mosca e Sinferopoli, in Crimea, e il conglomerato del settore difesa Almaz-Antey, nato nel 2002 con decreto di Putin, considerata la 20esima società produttrice di armi al mondo.
Misure che, come prevedibile, fanno infuriare Mosca che minaccia ritorsioni. Le “sanzioni antirusse”, avvisa una nota del ministero degli affari esteri, porteranno “inevitabilmente ad un aumento dei prezzi energetici” e avranno anche “conseguenze negative per le banche dei Paesi Ue”. Secondo Mosca “la politica dell’Ue oggi non si fonda più su fatti verificati, ma è dettata da Washington”: le sanzioni messe in campo dall’Europa, continua la nota, sono una decisione “sconsiderata, irresponsabile” e “testimoniano l’incapacità dell’Ue di giocare un ruolo autonomo negli affari mondiali”.
Ma se Mosca alza la voce, l’occidente non è da meno. Anche il G7 torna a farsi sentire condannando ancora una volta il ruolo destabilizzatore della Russia nella crisi in Ucraina e minacciando nuove sanzioni se Mosca non cambierà atteggiamento. “La Russia ha ancora la possibilità di scegliere la via della de-escalation che porterebbe alla revoca delle sanzioni”, hanno ribadito Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno unito, Stati Uniti e Canada, ma “in caso contrario, siamo pronti ad aumentare il costo delle sue azioni avverse”.