Disoccupazione in Europa mai così bassa dal 2012. Arrivano buone notizie dagli ultimi dati Eurostat: a giugno 2014 i senza lavoro sono diminuiti ancora, sia nell’Eurozona che nell’Ue a 28. Nell’area euro il tasso di disoccupazione è stato dell’11,5%, calando ancora rispetto all’11,6% registrato in maggio. Si tratta del livello più basso registrato da settembre 2012. Migliora la situazione anche nell’Europa nel suo complesso. Nei Ventotto, a giugno 2014, la disoccupazione si è attestata al 10,2%, dopo il 10,3% registrato a maggio. Per trovare un altro tasso così basso bisogna andare indietro nel tempo fino a marzo del 2012.
Il tasso più basso di disoccupazione si è registrato in Austria (5%), Germania (5,1%) e Malta (5,6%), il più alto invece in Grecia (27,3% ad aprile 2014) e Spagna (24,5%). In Italia il tasso dei senza lavoro il mese scorso era al 12,3%, in calo sul mese precedente (12,6%) ma in aumento rispetto a un anno fa, quando era del 12,2%.
Scende anche la disoccupazione giovanile. Nell’Ue a 28, a giugno 2014, il tasso è sceso al 22%, contro il 23,6% di giugno. Nella zona euro, invece, è al 23,1%, rispetto al 23,9% del mese precedente. I tassi più bassi si registrano in Germania (7,8%), Austria (9%) e Olanda, mentre i più alti rimangono quelli di Grecia (56,3%), Spagna (53,5%) e Italia (43,7%). Nel nostro Paese si registra comunque un miglioramento rispetto a maggio 2014, quando la disoccupazione giovanile era al 43,1%, mentre le cose vanno peggio di un anno fa, quando gli under 25 senza lavoro erano il 39,4%.
I dati sulla disoccupazione “confermano i primi segni di ripresa economica che abbiamo visto in Europa lo scorso anno. Ma mentre la distruzione di posti di lavoro sembra essersi arrestata, la riduzione della disoccupazione finora è stato molto modesta”, commenta il commissario al lavoro, Laszlo Andor. L’obiettivo, spiega, “deve essere quello di creare le condizioni macroeconomiche giuste per il recupero sostenibile e perché gli Stati membri attuino le riforme strutturali, come la Garanzia Giovani, per assicurare che la ripresa crei posti di lavoro. Solo allora – conclude Andor – vedremo la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro ogni mese, la fine di questi livelli eccessivamente elevati e inaccettabili di disoccupazione “.