Al ventiquattresimo giorno di offensiva Gaza continua a svegliarsi nel sangue e ancora una volta sono i civili, soprattutto bambini, a pagare il prezzo più alto: 108 morti è il bilancio dell’ultima giornata di combattimenti. Ma questa volta la reazione internazionale è durissima, non c’è più spazio per richiami vaghi e appelli generici, l’Unione europea muove una condanna ben precisa e si unisce alle parole di rabbia del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon che ha definito come “ingiustificabili” gli ultimi episodi di violenza.
“Condanniamo nella maniera più forte possibile l’attacco alla scuola gestita dalle Nazioni Unite e il raid al mercato di Shejaiya – ha affermato la portavoce dell’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Catherine Ashton – e riteniamo che sia inaccettabile che civili innocenti che cercavano rifugio siano stati uccisi. Per questo serve un’indagine rapida e immediata”.
L’Ue ha scelto di far sentire la propria voce all’indomani di due episodi gravissimi che si aggiungono all’attacco alla scuola Onu di alcuni giorni fa in cui avevano perso la vita 17 persone. All’alba di ieri un altro istituto scolastico è stato colpito e ancora una volta si tratta di una scuola gestita dall’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Sono almeno 23 le persone che hanno perso la vita e la maggior parte di loro erano donne e bambini. “Sono stati uccisi nel sonno, questo è un affronto per tutti noi, una fonte di vergogna universale – ha commentato il Commissario Generale dell’Unrwa, Pierre Krähenbühl – tutte le prove raccolte indicano che ad attaccare è stata l’artiglieria israeliana”. Krähenbühl ha anche aggiunto che “la posizione precisa della scuola e il fatto che ospitava più di 3.300 rifugiati era stato segnalato all’esercito d’Israele per diciassette volte”. Sempre nella giornata di ieri un altro attacco, questa volta a un mercato di Shejaiya, nella periferia orientale di Gaza. Qui le vittime sono state 17 e i feriti almeno 160. Fra i morti ci sarebbe anche un fotoreporter palestinese, Rami Ryan e due paramedici.
L’Europa ha anche rinnovato il suo appello perché vengano fermati i bombardamenti. “Ribadiamo alle parti la richiesta di accesso pieno degli aiuti umanitari e dell’assistenza – ha aggiunto la portavoce di Ashton – e chiediamo un cessate il fuoco immediato”. Tuttavia, i segnali che arrivano da Israele a tutto fanno pensare tranne che a una tregua. Il premier Benjamin Netanyahu è stato categorico: “Israele non accetterà alcuna tregua umanitaria che impedisca ai suoi militari di completare il lavoro di distruzione dei tunnel scavati dai militanti attraverso Gaza e che potrebbero essere usati per attaccare Israele”.