L’indicatore del sentimento economico (Esi) non cresce: a luglio rimane stabile nell’area Euro e addirittura – rispetto a giugno – registra un calo nell’Ue. Il “super-indice” europeo (che mette insieme riassume cinque indicatori: famiglie, industria, servizi, costruzioni, e commercio al dettaglio) conferma dunque lo stato affannoso delle economie dei ventotto. E’ questo il quadro che emerge dai dati diffusi oggi dalla Commissione europea.
A luglio l’Esi segna un +0,1 in Eurolandia salendo a quota 102,2, mentre segna un -0,6 nell’Ue attestandosi a quota 105,8. Nello specifico, il sentimento nell’economia è diminuito in Germania (-0,6) e Spagna (-0,5), ed è crollato, su scala mensile, in Danimarca (-4,2), Regno Unito (-3,3) Croazia (-3,1) e Belgio (-2). Male anche l’indice della Lituania, prossimo paese delle zona Euro (-2,2). Esi in crescita nei Paesi Bassi (+0,4), in Francia (+0,5) ma soprattutto in Italia (+1,6). Meglio del nostro paese fanno solo Slovenia (+2,1) e Malta (+2,5). A trainare verso il basso l’indicatore del sentimento economico europeo soprattutto i servizi (-0,9) e il settore del commercio al dettaglio (-0,6). Cala anche la fiducia per il consumatore (-0,9), mentre aumenta invece la fiducia nel settore edile (+3,3).