È pronto il primo pacchetto di sanzioni economiche dell’Unione europea contro la Russia per la crisi ucraina. Gli ambasciatori dei Ventotto riuniti a Bruxelles hanno concordato all’unanimità sulle misure da prendere per passare alla cosiddetta “fase tre” che colpisce fortemente Mosca nei suoi interessi economici. In particolare le misure restrittive limitano l’accesso ai mercati europei dei titoli di Stato russi, impongono un embargo sul commercio di armi e limiteranno l’accesso russo alle tecnologie sensibili in particolare nel settore petrolifero. Per l’entrata in vigore delle misure restrittive, prevista per venerdì 1 agosto, manca a questo punto solo l’approvazione formale degli Stati che arriverà domani con procedura scritta.
Si tratta di “un forte avvertimento che l’annessione illegale di un territorio e la destabilizzazione deliberata di un Paese sovrano confinante non può essere accettata nell’Europa del 21esimo secolo”, hanno spiegato i Presidenti di Consiglio e Commissione, Herman Van Rompuy e José Manuel Barroso, in una nota congiunta. Si tratta di un “segnale forte ai leader della Federazione Russa”, che “destabilizzare l’Ucraina, o qualsiasi altro vicini europeo, porterà pesanti costi alla sua economia” e “la Russia si troverà sempre più isolata a causa delle sue azioni”, perché “quando la violenza crea spirali fuori controllo che causano 300 morti in un aereo civile serve una risposta urgente e determinata”.
In aggiunta, l’Ue ha anche deciso ulteriori sanzioni per Crimea e Sebastopoli: si tratta dello stop a nuovi investimenti europei in progetti infrastrutturali nei trasporti, nelle telecomunicazioni, nell’energia, nello sfruttamento di petrolio, gas e minerali. Gli equipaggiamenti chiave per tali settori non possono essere esportati in Crimea e Sebastopoli, stop anche ai servizi finanziari e assicurativi relativi a tali transazioni.
L’Unione europea ha anche allungato ulteriormente la lista nera di persone ed entità sanzionate andando a colpire direttamente, per la prima volta, il “cerchio magico” di Vladimir Putin. Quattro delle otto persone e tre entità aggiunte alla lista sarebbero strettamente legate al presidente russo, ma i nomi saranno pubblicati soltanto domani sera sulla Gazzetta ufficiale Ue. La lista di sanzionati conta, dopo le nuove ggiunte, 95 persone e 23 entità.
Le pesanti misure adottate dall’Ue, spiegano Van Rompuy e Barroso, era un passo inevitaile: l’Unione europea, scrivono, “ha chiesto alla leadership russa di lavorare per una soluzione di pace”, ma da parte di Mosca “vi è stato scarso rispetto degli impegni” e l’appello dell’Europa “è stato, in pratica, lasciato inascoltato”. E così “armi e combattenti continuano ad arrivare in Ucraina dalla Federazione russa”, e la “propaganda nazionalista sponsorizzata dallo Stato continua a sostenere le azioni illegali di separatisti armati”. “Abbiamo assistito con rabbia e frustrazione – aggiungono i due Presidenti – ai ritardi nella fornitura di accesso internazionale al luogo del disastro aereo, alla manomissione dei resti dell’aereo e il trattamento irrispettoso dei defunti”.
Bruxelles però non vuole chiudere del tutto la porta del dialogo. L’Unione europea e la Russia “hanno una importante agenda di impegni comuni”, che però non può essere portata avanti “mentre la Federazione russa supporta una rivolta armata nell’Est dell’Ucraina, una violenza che scatena l’uccisione di civili”. L’Ue comunque, conclude la nota, “resta pronta ad invertire le sue decisioni e a riallacciare i rapporti con la Russia quando questa inizierà a contribuire attivamente e senza ambiguità a trovare una soluzione alla crisi ucraina”.