Bruxelles – Mentre tutti gli occhi sono rivolti al volo MH17 della Malaysia Airlines, abbattuto lo scorso 17 luglio in circostanze ancora da chiarire, al Parlamento europeo è stata depositata la petizione su un altro disastro aereo: l’incidente dell’aereo presidenziale polacco che si schiantò al suolo nel 2010 all’aeroporto militare di Smolensk, in Russia. La causa del disastro, in cui persero la vita il presidente polacco, Lech Kaczynski, e altre 94 persone tra cui gran parte del suo entourage, ufficialmente fu la nebbia ma restano non pochi dubbi. Per questo le famiglie delle vittime di Smolensk, ma anche esperti incaricati di determinarne le cause dell’incidente, diverse associazioni e numerosi giornalisti, si sono uniti per chiedere, con 400 mila firme, che anche il Parlamento europeo si interessi alla questione.
I firmatari della petizione domandano innazitutto il sostegno e la partecipazione dell’Ue e chiedono che siano “esposte in dettaglio, studiate e determinate” tutte le misure adeguate che possano essere prese, per fare fronte alle lacune e alle incertezze che ancora restano sull’incidente. La petizione vuole anche spingere il Parlamento europeo a “esercitare la pressione sulle autorità russe per riportare in Polonia le prove”, come la scatola nera e chiede all’Ue di concentrarsi su alcuni aspetti relativi all’organizzazione del volo, all’inchiesta condotta, alla conservazione delle prove, al trattamento delle vittime, al rispetto delle procedure, al diritto internazionale e ai diritti dell’uomo. I firmatari chiedono infine che le istituzioni europee si impegnino per il lancio di un’inchiesta internazionale sull’incidente.
Le famiglie delle vittime di Smolensk chiedono la chiarezza che ritengono di non avere avuto nel 2010, per il recente abbattimento dell’MH 17. Per questo hanno scritto una lettera al primo ministro olandese mettendo in guardia le autorità del Paese contro le azioni della Russia sulle negligenze e gli errori commessi, a loro dire, nel corso delle indagini per l’aereo polacco.