L’accordo di libero scambio tra Unione europea e Canada, le cui negoziazioni vanno avanti dal 2009 e che sembrava doversi finalizzare a breve, sta scricchiolando sempre di più. Nei giorni scorsi un quotidiano di Berlino aveva rivelato le perplessità della Germania intorno alla clausola degli Isds (Investor-State Dispute Settlement), ovvero il meccanismo di risoluzione delle controversie tra investitori stranieri e Stato. Ora, il gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo torna sulla questione e condivide i dubbi del governo tedesco, avvertendo però che se l’intero accordo dovesse saltare i danni sarebbero enormi.
E’ forte e chiara la richiesta che il gruppo S&D lancia alla Commissione europea: avanti con l’accordo, che rappresenta un’occasione di crescita e occupazione per entrambi i lati dell’Atlantico, ma attenzione alla clausola Isds. Secondo i socialisti la scelta di rimuovere questo punto controverso dal testo finale del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) dovrebbe essere un’opzione da considerare seriamente.
“La clausola attualmente contenuta nell’accordo consente alle aziende multinazionali di scavalcare i governi ricorrendo a procedure di arbitrato internazionale – sostiene David Martin, portavoce S&D per il commercio internazionale – il nostro Gruppo si è sempre opposto all’inclusione di questa clausola e abbiamo espresso il nostro punto di vista anche in una lettera che abbiamo inviato al Commissario europeo Karel De Gucht”. E sui dubbi espressi dalla Germania specifica: “E’ una buona notizia e non sorprende che il governo tedesco sia riluttante ad andare avanti con l’accordo così com’è. Tuttavia il Ceta è stato rinviato per troppo tempo e non deve essere messo in pericolo per il bene di una clausola di investimento inutile”.
Martin torna anche sulla questione del Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) e sul suo legame con il Ceta. “L’accordo commerciale Ue-Canada sarebbe un precedente importante per il Ttip attualmente in fase di negoziato tra Europa e Stati Uniti – ricorda – la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica per chiedere ai cittadini il loro parere sulla presenza della clausola Isds all’interno del Ttip. Ci rammarichiamo che un processo di consultazione simile non sia stato fatto anche per il Ceta e che un accordo con una clausola identica possa essere firmato senza alcun ulteriore controllo pubblico”.
“La Commissione farebbe bene ad ascoltare le preoccupazioni del Parlamento europeo e tenerne conto – conclude Bernd Lange, membro del gruppo S&D e presidente della commissione parlamentare per il commercio internazionale – alla fine spetterà al Parlamento, con la sua coscienza democratica, decidere se ratificare o meno il Ceta”.