La Russia continua a fare pagare caro il sorvolo della Siberia agli aerei provenienti dall’Unione europea e, soprattutto, a far pagare per sostenere il principale operatore nazionale – Aeroflot – in piena violazione degli accordi internazionali. La storia è nota, vecchia di anni, ma le tensioni legate alla crisi ucraina prima e le sanzioni poi non aiutano a risolvere il problema, che resta insoluto. Il nodo è legato ai diritti di sorvolo dello spazio aereo russo per i voli intercontinentali che passano sopra la Siberia. Nel 2006 l’Ue e la Russia hanno firmato un accordo in base al quale a partire da gennaio 2012 le compagnie aeree europee avrebbero iniziato a effettuare le rotte a tasse ridotte fino alla completa eleminazione delle stesse dal 2014. L’accordo, pre-condizione dell’Ue per dare il via libera all’ingresso della Russia nel Wto, non è mai stato rispettato e le compagnie aeree europee continuano a pagare il pedaggio aereo. Per di più, lamentano in Commissione europea, i ricavi di queste tasse non vanno agli enti di gestione del traffico aereo nazionali, ma “le autorità russe li dà al principale operatore nazionale”. Non si fanno nomi, ma l’identikit è chiaro: il principale operatore russo è Aeroflot, che beneficia dunque di una concorrenza sleale che continua in barba agli accordi bilaterale del 2006, alle regole Ue sugli aiuti di Stato e alla Convenzione di Chicago sull’aviazione civile.
In gioco ci sono milioni di euro. Ogni anno le compagnie aeree europee pagano intorno ai 400 milioni di euro per i diritti di sorvolo della Siberia per i voli diretti in Cina, Giappone e Corea del Sud. La Russia aveva più volte assicurato che avrebbe rispettato i patti, ma “ancora oggi la situazione non è cambiata”, fanno sapere da Bruxelles. Le compagnie pagano e continueranno a pagare non si sa per quanto, alimentando le casse di un loro diretto concorrente sul mercato. L’Unione europea, ora alle prese con le restrizioni economiche della cosiddetta “fase tre” della strategia sanzionatoria contro la Russia, dovrà fare i conti con i problemi già in essere con la Russia. Il diritto di sorvolo della Siberia certamentà resterà un problema insoluto, ma rischia di poter costare ancora più caro. In Commissione al momento non ci pensano, più che altro perchè non è chiaro quali potranno essere gli sviluppi futuri della vicenda.