Continua il lavoro dell’Unione europea per limare, prima di ufficializzarlo, il pacchetto di sanzione economiche contro la Russia per la crisi ucraina. Venerdì sera è stati pubblicati i nomi dei 33 nuovi soggetti che, come già annunciato, sono stati aggiunti alla lista nera (fino ad ora composta di 72 persone ed entità). Le nuove sanzioni, che comporteranno congelamento dei beni e divieto di viaggio sul territorio dell’Ue, hanno colpito diciotto entità e quindici individui, tra cui anche i vertici dell’intelligence di Mosca. Tra loro Alexander Bortnikov e Mikhail Fradkov, direttori rispettivamente dell’Fsb, il controspionaggio erede principale dell’ex Kgb attivo all’epoca della disciolta Unione Sovietica, e dell’Svr, lo spionaggio internazionale. Decisioni che non hanno tardato a provocare la reazione furiosa di Mosca. Scelta “irresponsabile, che sarà accolta con entusiasmo dai sostenitori del terrorismo”, ha commentato il ministero degli esteri russo, secondo cui le nuove sanzioni rischiano di mettere fine ad ogni cooperazione bilaterale in materia di sicurezza.
Ma l’Unione europea si prepara ad andare oltre. La scorsa settimana è stato approvato anche un allargamento delle basi legali per le sanzioni che permetterà di allungare ancora la lista includendo anche oligarchi e persone della più stretta cerchia del presidente russo, Vladimir Putin. I nuovi nomi dovrebbero arrivare a ore, visto che proprio oggi, ha spiegato Maja Kocijancic, portavoce dell’alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton, è in corso una nuova riunione del Coreper, il comitato permanente degli ambasciatori presso l’Ue dei diversi Paesi, per “aggiungere nomi in linea con la base giuridica allargata”.
Ma un lavoro ancora più intenso si prospetta domani, quando sul tavolo dei rappresentanti permanenti Ue, tornerà il pacchetto di sanzioni economiche, la cosiddetta “fase tre”, che richiede un’approvazione a livello politico da parte degli Stati stessi e non solo il via libera tecnico del Coreper. Nel corso delle discussioni della scorsa settimana sembra essere emersa una sostanziale condivisione sul pacchetto di misure proposte dall’esecutivo Ue, che includono forti misure contro le banche russe, embargo sulle armi e sull’export di tecnologie verso Mosca. “La decisione finale spetta ora agli Stati membri – sottolinea il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso – ma credo che questo sia un pacchetto efficace, ben mirato e bilanciato, che lascia la flessibilità necessaria per adattare le nostre reazione ai cambiamenti sul territorio”. Il presidente dell’esecutivo Ue si dice speranzoso che gli Stati possano concordare sul pacchetto di misure questa settimana.