“Il mandato di Frontex è stato già cambiato e rispetta il principio del non respingimento”. Tuttavia, per la presidente della Camera Laura Boldrini “questo non basta. Frontex deve poter svolgere operazioni di ricerca e soccorso in mare”. È questa “la proposta che portiamo in Europa” durante il semestre di presidenza Ue. È d’accordo il ministro degli Interni Angelino Alfano, il quale aveva già esposto stamattina a Bruxelles le linee guida italiane. Intervenendo, insieme con Boldrini, al seminario ‘Prima di prendere il mare’, che si è svolto nel pomeriggio a Montecitorio, Alfano è tornato a chiedere “maggiori risorse per Frontex”. Perché se l’agenzia europea “deve svolgere compiti di ‘searching&rescue’ sostituendo Mare nostrum”, per il ministro “sono necessari uomini e mezzi adeguati”. E a metterli a disposizione devono essere “tutti gli Stati membri”.
L’operato di Mare nostrum – anche quando e se sarà sostituito da Frontex – è però solo una “cura dei sintomi, ma non della malattia”. Lo ha ricordato Boldrini, ponendo la questione di cosa l’Europa possa fare per “sottrarre queste persone ai trafficanti”, agendo “prima che prendano il mare”. La soluzione è “intervenire nei paesi di transito”. Un’azione che per Alfano necessita della “stretta collaborazione tra il Consiglio Affari Esteri e quello Interni dell’Ue”. Per il titolare del Viminale, infatti, “è compito dei ministri dell’Interno accogliere chi arriva”, ma “la presenza nei paesi di transito è una questione di politica estera”.
La presidente della Camera indica un ulteriore compito che spetta alla politica estera dell’Unione. Se si vogliono ridurre i flussi immigratori, dice, è necessario “lavorare a livello diplomatico per risolvere le crisi” nei paesi di provenienza dei richiedenti asilo. Solo con una Pesc davvero unitaria, è il parere condiviso, si possono “portare delle soluzioni ai tavoli delle trattative” per i conflitti in corso.