“Questa tragedia non è stata un incidente, ci troviamo in una situazione in cui abbiamo toccato il punto di non ritorno”. Sono calibrate, ma piene di preoccupazione le parole che il ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin usa di fronte alla Commisione Affari esteri del Parlamento europeo, riunitasi per discutere dell’abbattimento del volo della Malaysia Airlines in cui sono morte 298 persone.
Il ministro, a Bruxelles anche per intervenire al Consiglio Affari esteri a cui partecipano i ministri dei 28 Stati membri dell’Ue, non nasconde la rabbia e lo sconcerto: “Tre anni fa ero qui a parlare di prospettive e negoziati con uno spirito positivo e propositivo – ha ricordato Klimkin – ora è difficile stare di nuovo qua in queste tragiche circostanze”.
Secondo il ministro ucraino l’Europa può e deve far sentire la sua voce. La notizia dell’avvio di un’indagine internazionale chiara e trasparente che faccia luce su cosa è veramente accaduto sui cieli sopra Donetsk non può che essere un segnale importante: “Prima ciò che stava succedendo in Ucraina veniva visto da una sorta di finestra – ha affermato Klimkin – ora, dopo l’abbattimento dell’MH17, è come se una pietra avesse rotto quella finestra. La crisi è qui, la crisi non è un puntino lontano. È una questione che non riguarda solo noi, ma tutta Europa”.
Il ministro è duro nei confronti della Russia: “I terroristi russi – così li definisce – hanno distrutto le nostre infrastrutture, ci hanno privato dell’elettricità. Chiediamo all’Europa di farci sentire la sua vicinanza, anche attraverso questa operazione internazionale sul campo e che ci accompagni nel processo verso le riforme necessarie”. “Il governo ucraino è pronto a impegnarsi in una discussione con le persone reali di Donetsk – ha aggiunto – ma i terroristi russi devono tornare in Russia”.
“I servizi di sicurezza ucraini dovrebbero avere il pieno controllo del confine per assicurare che il flusso di armi dalla Russia possa essere prosciugato – ha affermato poi il presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento europeo Elmar Brok – le azioni del presidente russo Vladimir Putin non lasciano aperta la possibilità di trovare una soluzione politica. Ritengo pertanto che l’Ue dovrebbe procedere con sanzioni più forti contro la Russia”.
Nel corso dell’audizione è intervenuto anche l’ambasciatore olandese presso l’Unione europea Pieter De Gooijer che, riferendosi agli incontri dei ministri durante il Consiglio Affari esteri ha affermato: “I 28 Stati membri hanno mostrato unità e determinazione ad agire. È una questione di giorni, le sanzioni sono in preparazione, il Consiglio ne sta discutendo e ritengo che altre misure concrete dovrebbero essere prese”. Secondo l’ambasciatore le priorità in questo momento sono il recupero dei corpi e la loro restituzione alle famiglie, la guida dell’operazione internazionale insieme ad altri paesi e l’individuazione dei responsabili.