“Senza una svolta espansiva e l’abbandono delle politiche di austerità gli obiettivi di Europa 2020 resteranno sogni nel cassetto”. E tra questi, anche il target di ottenere dal settore industriale il 20% del Pil europeo. Lo ha detto il ministro Federica Guidi, questa mattina a Milano, aprendo i lavori del consiglio informale Ue sulla Competitività e l’Industria. La strategia Europa 2020 punta a rilanciare l’economia comunitaria fissando degli obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima/energia da raggiungere entro il 2020. Secondo la titolare dello Sviluppo economico, “rischia di esserci una profonda contraddizione tra le politiche industriali che servirebbero all’Europa e il quadro di regole restrittive entro cui tutto ciò dovrebbe svolgersi”.
Per il “cambio di passo”, il ministro ritiene si debba irrobustire “l’architettura dei meccanismi decisionali che generano le politiche” industriali. In questo senso, ha suggerito di rafforzare il ruolo del Consiglio sulla Competitività, sincronizzandolo con l’Ecofin e con le altre formazioni consiliari, in modo da “garantire il coordinamento traversale delle politiche europee”. Inoltre, ha proseguito il ministro, andrebbe creato “un gruppo ad alto livello competitività e Crescita”, con una “membership stabile e una presidenza eletta di medio-lungo periodo”, che elabori “un programma di lavoro di almeno 18 mesi”.
Guidi ha sottolineato la necessità che la politica industriale dell’Unione venga “integrata nel pacchetto clima-energia, al fine di favorire una economia più efficiente”. Il ministro ha chiesto di “sostenere l’industria ad alta intensità” energetica. Quei settori, cioè, per i quali “la voce ‘costo dell’energia’ ricopre ogni anno una parte più che consistente dei costi di produzione”. La strada indicata da Guidi è quella dell’adozione di “strategie che promuovano le reti infrastrutturali energetiche e del gas, l’industria elettrica, la chimica verde, le rinnovabili”.
Un ulteriore passo necessario “sin da subito”, per la titolare dello Sviluppo economico, è “l’integrazione della politica industriale con quella commerciale”. Un obiettivo che va perseguito su diversi piani. Da un lato, stipulando “accordi” di scambio “che perseguano efficacemente gli interessi dell’industria europea”. Dall’altro, operando una “modernizzazione dei sistemi di difesa commerciale”.