Con le raccomandazioni della Commissione europea, approvate dall’Ecofin l’8 luglio, l’Ue “ci chiede di rafforzare le misure di bilancio per il 2014” perché emerge “uno scarto tra le previsioni” e le rilevazioni della stessa Commissione. Inoltre, “ci raccomanda un rafforzamento della strategia di bilancio 2015, per il rispetto dell’obiettivo di riduzione del debito, anche portando a compimento un ambizioso programma di privatizzazioni”. A riferirlo all’Aula di Montecitorio è Pier Carlo Padoan.
Secondo il ministro dell’Economia, però, “le stime della Commissione non tengono conto delle minori spese, pianificate” dal governo “ma non ancora specificate nel dettaglio, e dei maggiori introiti, come quelli attesi dalle privatizzazioni in via di programmazione”. Basteranno questi elementi a evitare il ricorso a manovre aggiuntive per l’aggiustamento dei conti? Padoan, intercettato da eunews all’uscita dall’Aula, risponde: “sulle manovre no comment”. E’ forse il segnale che le certezze dell’esecutivo, il quale finora aveva sempre smentito la necessità di interventi straordinari, iniziano a vacillare?
In serata il minsitro smentisce questa ipotesi con un tweet:
Ma “no comment” non significa soltanto “non ho nulla da aggiungere”? Non c’è nessuna “manovra” in arrivo, semplicemente. PCP
— PCPadoan (@PCPadoan) 17 Luglio 2014
Intanto però il ministro sottolinea gli aspetti positivi. “L’Ue conferma che restiamo al di sotto del 3% nel rapporto deficit/Pil”, spiega. E aggiunge che “la strategia del governo, coerente con le raccomandazioni della Commissione, coniuga un’azione strutturale con il sostegno alle famiglie” e “alle imprese”, attraverso “il bonus fiscale” per le prime, e con “il rimborso dei debiti della Pa, in fase di rafforzamento”, per le seconde.
Una ulteriore raccomandazione di Bruxelles riguarda la necessità di “rivedere la fiscalità – spiega il ministro – con una riduzione delle imposte”. Un aspetto su cui l’esecutivo ha già avviato il suo intervento, sottolinea ancora Padoan, con “la riduzione del cuneo fiscale che diventerà permanente con la legge di stabilità, e con la riduzione dell’Irap per agevolare le imprese, spostando la tassazione sulle rendite finanziarie”.
Per uscire dalla Crisi, tuttavia, serve di più. Perché “siamo in un contesto di crescita ancora debole e incerta – dice il ministro – e la disoccupazione rimane elevata”. Si tratta di “un problema dell’Italia e anche dell’Europa”, precisa. Per questo, “la pirorità della crascita e dell’occupazione – prosegue – non vale solo per il semestre di presidenza italiano”, ma deve caratterizzare “tutto il ciclo dell’attuale legislatura europea”.
Per trovare la via d’uscita, secondo il titolare di via XX Settembre, “non ci sono scorciatoie”. L’Italia propone una strategia su “tre livelli: una maggiore apertura del mercato, interno e globale; riforme strutturali che devono interessare tutti i paesi; maggiori investimenti per la crescita, da attivare con diversi canali, pubblici e privati”.
Le reazioni alla comunicazione di Padoan sono diverse. La vicecapogruppo del Pd, Paola De Micheli, pur condividendo la relazione del ministro, ha segnalato l’urgenza di “una svolta riformatrice”, perché “l’Italia non è più nelle condizioni di fare i compiti a casa”. In totale dissenso con Padoan è Forza italia, che con Renato Brunetta esprime la propria “profonda delusione”. Il capogruppo forzista ha incalzato il titolare dell’Economia sulla necessità di manovre aggiuntive. “Cosa farà se il Consiglio rifiuterà la richiesta di rinvio del pareggio di bilancio al 2016?, ha chiesto. Critico anche il Movimento 5 stelle. Il deputato Vincenzo Caso, parlando a nome del gruppo, ha negato di vedere “il cambiamento di verso” di cui parla il governo. “La strada che percorrete sembra la solita”, ha accusato, e “non serve a risolvere i problemi del paese”.