“Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare”. E’ citando Eraclito e, poi Max Weber,che Sandro Gozi, Sottosegratario di Stato alle politiche europee del governo Renzi, ha voluto aprire il suo discorso sulle priorità del semestre italiano di presidenza Ue. Di fronte ai membri del Comitato economico e sociale europeo, rinuniti per la 500esima sessione plenaria, Gozi ha posto l’accento sulle prossime sfide di cambiamento che l’Italia propone.
Per Gozi è con l’obiettivo di cambiare che deve avvenire il passaggio di testimone tra la presidenza greca e quella italiana: “Il prossimo semestre è di fondamentale importanza – ha affermato il Sottosegretario – sono i primi sei mesi di cinque anni che dovranno essere di cambiamento. Sono i cittadini stessi che, con le ultime elezioni europee, ce l’hanno chiesto manifestando la loro insoddisfazione”.
Attraverso la metafora di un’Europa finita su un binario morto, che occorre rimettere su un treno ad alta velocità, Gozi si riallaccia al pensiero del pensatore tedesco. “Sono gli interessi, e non le idee, a dominare immediatamente l’agire dell’uomo – sosteneva Max Weber – ma le concezioni del mondo, create dalle idee, hanno spesso determinato – come chi aziona uno scambio ferroviario – i binari lungo i quali la dinamica degli interessi ha mosso tale attività”.
Ed è dalle idee e da un nuovo patto sociale tra istituzioni e cittadini che Gozi chiede di ripartire: “Se ho citato un greco e un tedesco – ha spiegato – è perché dobbiamo uscire dalle contrapposizioni che hanno diviso l’Europa in questi anni. Non ha senso opporre Nord a Sud, Grecia e Germania, Stati membri in crisi e Stati membri in attivo; così come non ha senso contrapporre il tema della stabilità a quello della crescita”. E Gozi ha ribadito che per realizzare questa crescita occorre volerlo: “Sta solo a noi. Possiamo credere come europei di farcela o di non farcela. In entrambi i casi i fatti ci daranno ragione”.
Gozi ritiene che molte delle priorità su cui intende insistere l’Italia siano già contenute nel documento strategico redatto da Herman van Rompuy e adottato alla fine di giugno. “Dobbiamo uscire dalla spirale micidiale di tecnocrazia e populismo – ha dichiarato – concentrandoci sulla crescita e sulla lotta contro la disoccupazione. Si tratta di una questione di interesse comune e la parola non può più essere lasciata ai singoli Stati. L’Unione europea deve mobilitare e utilizzare al meglio le risorse finanziarie esistenti come ad esempio la Banca europea per gli investimenti”. E tra le priorità italiane ci sono appunto gli investimenti in settori chiave come le infrastrutture per le telecomunicazioni e per i trasporti, poi ancora la creazione di una politica comune per l’energia, l’attenzione alla ricerca, all’istruzione e al lavoro, attraverso una discussione costruttiva su agenda digitale e “green jobs”, uno dei settori trainanti del futuro a detta di Gozi.
Incontrando poi i giornalisti il tema della flessibilità nelle regole di bilancio è d’obbligo. “Il punto è molto chiaro per noi – afferma Gozi – ed è il documento van Rompuy, seguito adesso anche dalle conclusioni del Consiglio Ecofin: le regole del Patto di stabilità e crescita vanno applicate totalmente e questo vuol dire anche sfruttare di più quei margini di flessibilità che sono lì per accompagnare e incoraggiare le riforme strutturali nazionali quando si realizzano e quando sono nell’interesse della crescita del Paese che le fa, ma hanno degli aspetti positivi anche su tutta la zona euro. Noi lavoreremo su questo”.
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Altro tema caldo del semestre italiano sarà l’immigrazione: “Oggi il Mediterraneo è diventato un cimitero con tante vittime create dall’indifferenza e dalle politiche che sono mancate in questi anni – ha concluso Gozi – l’operazione ‘Mare nostrum’ costa all’italia 9 milioni di euro al mese e ci ha permesso di salvare tantissime vite umane. Questo tema però deve diventare di gestione europea. Sia i paesi di frontiera che quelli che hanno un sistema di asilo più avanzato stanno pagando a carissimo prezzo il costo della non Europa”.
Al termine dell’incontro Henri Malosse, presidente del Comitato economico e sociale europeo, ha affermato di vedere nella presidenza italiana il migliore alleato per portare quella ventata di cambiamento di cui c’è grande bisogno. “Ragioni e parli come un cittadino, non sembri un Sottosegretario – ha scherzato Malosse riferendosi a Gozi – il Cese vuole lavorare su obiettivi di lungo termine e questo i politici molte volte non lo fanno. C’è bisogno di confrontarsi con i cittadini e la società e insieme sono convinto che lo faremo”.