Rimane fermo “l’obiettivo di una difesa comune a 28”. Ma “per assicurare una maggiore tempestività ed efficacia di risposta alle crisi”, bisogna andare “oltre il modello attuale che impone di agire con il consenso di tutti”. Per questo l’Italia, nel corso della sua presidenza Ue, intende “stimolare un dibattito per un utilizzo diverso dei meccanismi decisionali previsti dalla Politica comune di Sicurezza e Difesa”. Lo dice Roberta Pinotti, illustrando le linee guida del semestre italiano di presidenza Ue riguardanti il suo dicastero.
Nel corso dell’audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato, il ministro spiega che “i trattati ci consentono di ipotizzare soluzioni per una più forte e strutturata cooperazione fra gruppi di paesi, i quali opererebbero comunque nell’alveo della politica comune di Sicurezza e Difesa”. Si tratta di una ipotesi che “finora è stata poco esplorata”, sottolinea Pinotti. In effetti sarebbe una rivoluzione. Se finora bisognava convincere tutti gli stati membri, prima di poter intraprendere un’azione in uno scenario di crisi, con la proposta del ministro “si potrebbe pragmaticamente procedere con gradualità, mettendo prima insieme quei Paesi concretamente intenzionati a fare di più”.
La creazione di molteplici livelli nell’ambito della politica di difesa comune è un tema che, per Pinotti, deve riguardare anche i finanziamenti delle missioni. Su questo aspetto c’è una proposta promossa “congiuntamente con la Germania – spiega il ministro – per ridurre i costi iniziali a carico delle singole nazioni” ed equilibrare la “ripartizione dei carichi di responsabilità, anche in termini di risorse finanziarie”. Inoltre, tra le opzioni da discutere c’è “un nuovo strumento denominato ‘Joint financing’, attraverso il quale una parte dei costi, diversi da quelli comuni, verrebbe finanziata da un gruppo di paesi su base volontaria”.
L’area mediterranea, e più in generale il tema della sicurezza marittima, costituiscono un altro dei punti su cui si concentrerà il semestre di presidenza italiano dell’Ue. Su questo fronte, l’intenzione è di proseguire nella “attuazione della strategia elaborata sotto la presidenza greca, muovendo dagli indirizzi del Consiglio europeo dello scorso dicembre”. I principi fissati in quella riunione, ricorda Pinotti, richiamano al “rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani”, e “comportano l’applicazione delle disposizioni Onu sul diritto del mare”.
Sul piano degli investimenti strategici, la presidenza italiana spingerà perché si sostengano la ricerca e l’implementazione di nuove tecnologie. Per questo si sta elaborando “la previsione di incentivi fiscali per quei progetti di potenziamento condotti in cooperazione tra diversi paesi europei”. I settori su cui ci si concentrerà riguardano “lo spazio (osservazione, accesso, e comunicazioni), gli aeromobili pilotati a distanza e il dominio cibernetico”.
Sul capitolo della ‘cyber defence’ verrà posta una attenzione particolare. Anche su questo, annuncia Pinotti, “ci riuniremo con i partner europei in uno specifico evento”. Sarà l’occasione per “identificare gli elementi chiave del ‘Eu Cyber Defence Framework’”. I 28 saranno chiama a “selezionare le tecnologie abilitanti e le capacità necessarie per includere realmente il dominio cibernetico negli ambiti d’azione della Politica comune di sicurezza e difesa”. Il fine è anche quello “di rinforzare la cooperazione con il Centro di eccellenza della Nato che opera nel dominio cibernetico”.