La Commissione europea avvia una procedura d’infrazione collettiva, inviando diciotto lettere di messa in mora per i mancati impegni nella realizzazione del “Cielo unico europeo”, il programma per il passaggio dai sistemi nazionali di gestione del traffico aereo a un sistema comune. La riorganizzazione degli spazi aerei, secondo il progetto, dovrebbe passare dagli attuali ventotto mercati (ciascuno per ogni stato membro) a un’integrazione attraverso la costituzione di otto macro-aree – chiamate blocchi funzionali di spazio aereo (in inglese FAB – Functional Airspace Block) – che permetta di costruire un mercato più integrato. Gli otto FAB dovevano essere completati entro il 4 dicembre 2012, ma per quella data nessuno è risultato operativo. Un ritardo che non è piaciuto al commissario per i Trasporti, Siim Kallas, che dopo avvertimenti e annunci, oggi ha preso la decisione di aprire la procedure d’infrazione a carico di Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Grecia, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria.
Bluemed, il FAB che vede coinvolti, Italia, Grecia, Cipro e Malta “deve essere ancora formalmente istituito”, ci rimprovera Bruxelles, mentre gli accordi tra Stati che istituiscono i blocchi Fabce (Austria, Croazia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria), Danube (Bulgaria e Romania), Baltic (Lituania e Polonia), Southwest (Spagna e Portogallo) e Nord (Irlanda e Regno Unito) sono entrati in vigore ma le regioni aree ancora non sono operative. “Al momento questi spazi aerei comuni – lamenta Kallas – esistono solo sulla carta, sono istituiti formalmente ma non sono ancora operativi”. Gli stati membri, esorta, devono “essere ambiziosi e a promuovere l’attuazione del cielo unico”. I blocchi funzionali, continua il responsabile per i Trasporti, “sono elementi necessari e fondamentali del cielo unico europeo”.
Il mancato rispetto degli impegni per l’integrazione del mercato del trasporto aereo comporta una minore efficacia dei servizi di navigazione aerea, con conseguenti maggiori ritardi, maggior consumo di carburante, e quindi maggiori emissioni di gas a effetto serra, e costi più elevati per le compagnie aeree. La Commissione stima in circa cinque miliardi di euro l’anno le perdite dovute alla mancanza di progressi nella costituzione dei FAB, e le lettere di messa in mora di oggi intendono riportare gli Stati membri ad assumersi le proprie responsabilità e a tener feder ai propri impegni. Ognuno dei diciotto paesi membri ha tempo due mesi per rispondere e convincere la Commissione a procedere oltre con l’invio di pareri motivati, fase della procedura d’infrazione che precede un eventuale deferimento alla Corte di giustizia.