Nell’incontro tra il governo italiano e l’esecutivo dell’Unione, che si è tenuto oggi nella cornice di Villa Madama, a Roma, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ribadito la linea programmatica per il semestre illustrata a Strasburgo sulla quale ha incassato il sostegno della Commissione europea e ha abbassato i toni della polemica con la Germania (ma non con la Bundesbank). Una linea condivisa da José Manuel Barroso, il quale ha lodato Renzi perché “ha definito obbiettivi chiari che condividiamo”. L’apprezzamento si estende anche al progetto di riforme italiane del premier. “Sono in linea con le indicazioni della Commissione”, ha spiegato Barroso. Anzi, per il capo dell’esecutivo europeo, “l’Italia farebbe bene a realizzarle anche se non esistesse l’Ue”.
Proprio l’agenda delle riforme italiane è la chiave che Renzi intende usare per aprire degli spazi di flessibilità. Il punto, ne è convinto il premier, è che “non esiste stabilità senza crescita”, né la seconda senza la prima. Per la stabilità, sottolinea Renzi, “noi siamo impegnati nelle riforme”, ma in Europa “tutti insieme dobbiamo impegnarci per il rispetto delle regole, e le regole prevedono anche la crescita”.
In accordo con questa linea, il premier ha ricordato di aver “votato per Juncker”, durante il Consiglio europeo della scorsa settimana, “perché c’è un documento approvato da tutti”. Un accordo che impegna sulla flessibilità il prossimo presidente della Commissione. “Sono convinto che Juncker rispetterà quel documento”, ha affermato Renzi.
Sull’argomento della flessibilità, il premier ha voluto precisare che non c’è alcuna polemica con la Germania. “Con Angela Merkel – ha detto – ho un ottimo rapporto e ho molto apprezzato la presa di posizione del governo di Berlino”. L’esecutivo tedesco si è smarcato dagli attacchi espressi ieri dal presidente della Bundesbank Jens Weidmann, il quale si è espresso contro la flessibilità chiesta dal premier. Registrando la rinnovata sintonia con la Germania, almeno quella politica, Renzi ha voluto però rispondere a Weidmann. “La Bundesbank si occupi dei suoi compiti – ha ammonito – non di dare indicazioni sulle politiche da seguire”, perché “l’Europa è dei cittadini europei e non dei banchieri”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti, Renzi e Barroso hanno affrontato anche il tema dell’immigrazione. Il premier ha indicato due piani di lavoro. Prima “c’è un tema specifico, che riguarda la Libia”, da lì proviene “il 96% di chi attraversa il mediterraneo” sui barconi. “Il nostro impegno – spiega Renzi – è supportare il nuovo parlamento libico per la formazione di un governo, con il quale stringere gli accordi necessari a far operare l’Unhcr”.
Poi, il “tema più ampio” è far accettare a tutti i partner europei che “il Mediterraneo è la frontiera d’Europa”. Barroso concorda, “il problema dell’immigrazione deve essere affrontato collettivamente”. Lo si deve fare “rafforzando Frontex in Frontex plus”. La Commissione si sta “muovendo in questa direzione”, e sull’agenzia “bisonga investire maggiori risorse”. Il presidente dell’esecutivo europeo ha poi reso “omaggio al popolo italiano, alla Repubblica e alla Marina perché state salvando molte vite umane”.