Il Movimento 5 Stelle lunedì a Bruxelles si troverà ad affrontare l’elezione per i diversi ruoli nelle Commissioni permanenti, tra cui presidenze e vicepresidenze. Tali ruoli non solo permettono di contare in Europa, di fare la differenza, ma sono attribuiti per prassi sulla base di un mero conteggio, basato sul metodo D’Hondt, che tiene in considerazione il numero di deputati appartenenti ad ogni Gruppo Politico.
Tuttavia, tale prassi, denunciano i grillini, per la prima volta rischia di essere violata (come ha scritto eunews già due giorni fa), a cominciare proprio dalla presidenza della Commissione Petizioni, che dovrebbe essere assegnata al Gruppo EFDD, e nello specifico alla deputata a 5 Stelle Eleonora Evi.
Già questa settimana a Strasburgo- denunciano i deputati 5 Stelle – le larghe intese de#LEuropaCheNonVuoleCambiare avevano gettato subito la maschera, sottraendo al Movimento 5 Stelle la possibilità di avere uno dei vice-presidenti che, come da prassi, avrebbe potuto ottenere. Piuttosto che scegliere una novità portatrice di competenza, trasparenza e onestá come Fabio Massimo Castaldo, sono arrivati a precettare Olli Rehn, il commissario straordinario nominato liquidatore del nostro paese a novembre 2011.
Se la prossima settimana anche la Presidenza della Commissione Petizioni dovesse esserci sottratta, stigmatizza il Movimento – allora il disegno di cui si vocifera nei corridoi di Bruxelles verrebbe a svelarsi in maniera evidente e inammissibile e assisteremmo allo sgretolamento di quella prassi democratica, consolidata negli anni, che attribuisce le presidenze di commissione ai vari gruppi secondo un preciso calcolo. E non c’è davvero bisogno di chiedersi chi ne trarrebbe vantaggio. Anche il Gruppo dei Verdi/EFA se ne è accorto e, con un comunicato stampa di ieri, ha preso nettamente posizione.
Il portavoce dei Greens/EFA della Commissione Petizioni, Margrete Auken, ha detto: “Escludere un qualsiasi gruppo politico dalla presidenza di una commissione a cui ha diritto secondo il sistema consolidato di distribuzione equa di queste cariche, sarebbe una spallata al processo democratico del Parlamento Europeo. Andrebbe al di là di un gesto politicamente meschino: significherebbe colpire il cuore stesso della democrazia Europea. Questo è tanto più vero per la commissione Petizioni, data la sua funzione nella difesa dei diritti e delle regole e il suo impegno senza interferenze da parte di interessi particolari. Il candidato designato dal gruppo EFDD possiede tutti i requisiti e un approccio adeguato ad esercitare questo ruolo. Per contrastare questo scenario, sollecitiamo gli altri gruppi politici a non procedere in questo attacco contro il metodo d’Hondt, che metterebbe a repentaglio i livelli minimi di cooperazione necessari al funzionamento del parlamento.”.
Restiamo in attesa di sapere – conclude la nota – se gli altri Gruppi politici davvero vogliono macchiarsi di questo disonore.