Non esiste un solo modo di essere membri dell’Unione europea: c’è spazio per chi vuole una maggiore integrazione, ma anche per chi è contrario ad approfondire l’interdipendenza tra i Paesi membri. Mentre con la nomina di Jean Claude Juncker e la palese sconfitta di David Cameron, in tanti vedono la Gran Bretagna come sempre più vicina alla porta di uscita dall’Unione europea, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy tenta di trattenere Cameron, aprendo all’idea di un’Europa a diversi livelli di integrazione.
“La crisi dell’Euro ha messo in luce che condividere una valuta impone un grado di interdipendenza maggiore di quanto nessuno avesse inizialmente previsto”, ha ammesso Van Rompuy intervenendo ad un evento organizzato dallo European Policy Center di Bruxelles. Ma questo, spiega, “non deve sconvolgere l’accordo iniziale che è al cuore dell’Unione europea, in particolare per quegli Stati membri che non hanno condiviso e non condivideranno la moneta unica”, ha continuato.
Il presidente del Consiglio europeo si è detto “convinto che le nostre istituzioni possano essere abbastanza flessibili da rispondere ai bisogni dei Paesi dell’euro”, ma anche di quelli “che non lo fanno e che vogliono riformare l’Ue”. È possibile, insomma, la “messa a punto di un’organizzazione istituzionale su più livelli”. Un processo che “richiederà tempo”, ha ammesso Van Rompuy, secondo cui l’esperienza degli ultimi anni ha mostrato che ogni volta che ce ne è stato bisogno l’Ue è stata in grado di condurre un “processo inclusivo che tiene conto delle nostre differenze”.
La prima dimostrazione della volontà di lasciare spazio a questi diversi livelli di integrazione, secondo il presidente del Consiglio uscente, è arrivata dall’ultimo Consiglio europeo, la scorsa settimana. “Un passo importante”, ha sottolineato Van Rompuy, citando il passaggio delle conclusioni che mette nero su bianco: “Il concetto di un’unione sempre più forte consente differenti cammini di integrazione per i diversi Paesi, che consente a quelli che vogliono approfondire l’integrazione di continuare, rispettando il desiderio di quelli che non vogliono approfondire ulteriormente”. Un messaggio che i leader dei Paesi Ue hanno pensato proprio per la Gran Bretagna: “E’ la prima volta che lo diciamo”, ha sottolineato Van Rompuy, concludendo: “Spero che questo rassicuri in particolare coloro che nel Regno Unito hanno paura di un inesorabile logica di integrazione”.