Nigel Farage non ha aspettato nemmeno un minuto prima di cominciare a “divertirsi a creare problemi all’Ue”, come aveva promesso quando incontrò Beppe Grillo per la prima volta a Bruxelles. Ieri all’inaugurazione della nuova legislatura il leader dell’Ukip e tutti i suoi compagni di partito si sono girati durante l’esecuzione dell’inno europeo, un gesto simbolico che non è andato giù agli altri eurodeputati, un affronto che se fosse stato compiuto contro l’inno britannico avrebbe scatenato sicuramente una reazione furiosa dello stesso Farage.
E adesso però questi “divertenti problemi” gli si stanno ritorcendo contro, o almeno si stanno ritorcendo contro i suoi alleati del Movimento 5 Stelle che stanno perdendo proprio quella ‘agibilità politica’ alla quale ambivano alleandosi con questi britannici dopo un duro confronto interno. Non avevano considato, inesperti delle logiche del Parlamento e forse anche ingannati da Farage, l’effetto di resistenza che avrebbero opposto le forze tradizionali, da sempre in “guerra” contro l’Ukip con cui loro, seppur con totale autonomia, restano comunque alleati. Ieri l’Aula ha fatto scudo contro il candidato grillino, Massimo Fabio Castaldo, che non è stato eletto vicepresidente dell’Aula. Al suo posto è stato dato un secondo vicepresidente ai liberali dell’Alde, ai quali, in realtà, quel posto era stato promesso però già al momento dell’accordo con popolari e socialisti per l’appoggio a Martin Schulz come Presidente del Parlamento. L’esclusione del gruppo euroscettico dalla vicepresidenza comunque non è una grande sorpresa, anche nella scorsa legislatura a loro non fu concessa questa carica, come non fu concessa ad esempio alla Sinistra Unita Gue, sia con Schulz sia con il suo predecessore Jerzy Buzek.
Ma adesso i 5 Stelle sembra stiano per perdere l’occasione di ottenere un’altra importante carica del Parlamento. All’Efdd spetterebbe la presidenza della commissione Petizioni, o almeno così dovrebbe essere secondo la divisione che i gruppi hanno fatto secondo le regole dell’Aula. Una carica che all’Ukip, partito fortemente antieuropeo, non interessa minimamente e che quindi dovrebbe andare alla secondo formazione della coalizione, ovvero i 5 Stelle. Ma la presidenza deve essere confermata con un voto dei deputati, un voto che, a quanto si mormora nei corridoi di Strasburgo, potrebbe bocciare il grillino a spese di un candidato alternativo. Una punizione contro il gruppo per l’affronto contro l’inno, o almeno questa sarà la motivazione ufficiale. Il gruppo Efdd non è certo apprezzato dagli altri, soprattutto da popolari, socialisti e liberali, i quali non aspettavano che un pretesto per togliergli anche questa fettina di potere. Farage non ha tardato a darglielo e ora ne faranno le spese i grillini, che pure da quel gesto approvato anche dallo stesso Grillo, avevano preso le distanze.
Al momento sono in corso incontri tra i 5 Stelle ed esponenti di Gue e Verdi, forse tra i temi affrontati c’è anche quello della presidenza della commissione Petizioni. Ma questi eventuali appoggi non serviranno a niente se Ppe, Pse e Alde decideranno di sbarrare la strada all’Efdd. Lunedì si presenteranno ufficialmente le candidature, se per la presidenza di Petizioni ce ne saranno due vorrà dire che i 5 Stelle potranno anche scordarsi di ottenere quel posto.