L’ultimatum dell’Unione europea è scaduto e i passi richiesti verso la de-escalation non ci sono stati. Per il momento, però, le annunciate nuove sanzioni dell’Ue contro la Russia sono state rimandate. Lo hanno deciso gli ambasciatori dei Ventotto, che per il momento si prendono ancora qualche giorno prima di mettere in atto la minaccia messa nero su bianco dai leader Ue nelle conclusioni del Consiglio europeo della scorsa settimana. O la Russia compie quattro passi ben precisi verso una riappacificazione con Kiev entro il 30 giugno o scatteranno nuove misure mirate, si diceva. I termini sono scaduti e la situazione tra Mosca e Kiev è più tesa che mai, così l’Ue ha intensificato la preparazione di sanzioni economiche ma la decisione su un’eventuale applicazione sarà presa solo lunedì, nel corso di una riunione straordinaria fissata per questo. A spingere verso il rinvio, la delicata situazione sul terreno, sempre più incerta dopo la decisione di Kiev di non prolungare il cessate-il-fuoco contro i separatisti.
La fragile e più volte violata tregua voluta dal presidente ucraino Petro Poroshenko è finita alle 22 di ieri sera e nella notte le autorità di Kiev hanno ripreso la loro “operazione anti-terrorismo” per tentare di riprendere il controllo delle aree dell’Est del Paese finite in mano ai separatisti filorussi. “Noi attaccheremo e libereremo la nostra terra” ha detto Poroshenko, chiudendo la breve parentesi negoziale. Putin aveva auspicato che vi fosse una proroga, ma la richiesta non è stata ascoltata.
La fine del cessate-il-fuoco ha portato a un’immediata ripresa delle ostilità. Quattro persone sono rimaste uccise a Kramatorsk, nell’Ucraina orientale, perché il minibus su cui viaggiavano è finito sotto il tiro di armi da fuoco, secondo quanto ha riferito l’amministrazione regionale di Donetsk, che non ha riportato chi abbia sparato. A Slavyansk, uno dei principali epicentri del conflitto, è crollata, in seguito ai combattimenti, la torre della televisione Karachun, alta 222 metri.
Durante i combattimenti, anche due giornalisti del canale televisivo russo Ren TV sono rimasti feriti nell’Ucraina orientale, ieri un altro giornalista russo era stato ucciso. Il reporter e il cameraman sono rimasti feriti quando «un colpo di mortaio è esploso vicino a loro» nell’area di Lugansk, non lontano dal confine con la Russia. Mosca ha denunciato l’incidente come un deliberato attacco contro i giornalisti e gli operatori dei media, tre dei quali sono già rimasti uccisi in Ucraina orientale.