L’Italia ha scelto: sarà Ferdinando Nelli Feroci a prendere il posto di Antonio Tajani alla Commissione Ue. L’ex-ambasciatore e attuale presidente dello Iaf (Istituto affari internazionali), è “un servitore delle istituzioni – ha dichiarato il premier Matteo Renzi dopo il Consiglio dei ministri di ieri – che nei prossimi quattro mesi ci potrà dare una mano su tante questioni europee aperte”. Il governo avrebbe preferito che si potesse arrivare alla definizione del nuovo esecutivo Ue in tempi brevi, così da nominare direttamente un commissario definitivo. Ma nell’ultimo Consiglio europeo è passata la linea di Angela Merkel: prima la proposta di Jean Claude Juncker alla presidenza, poi il resto del pacchetto di nomine. Così Renzi ha dovuto optare per una soluzione ponte e indicare chi sostituirà Tajani, dimessosi per accettare il seggio da europarlamentare, fino a novembre, quando si insedierà la nuova Commissione.
La nomina del commissario italiano, tuttavia, è stata quasi un inciso nel Consiglio dei ministri di ieri. Immigrazione e giustizia sono stati i temi su cui si è concentrata l’attenzione. Il premier, a nome dell’esecutivo, ha espresso “dolore per ciò che accade quotidianamente nel nostro mare”. Il riferimento è alla tragedia dei 30 migranti morti ieri. Però, ha precisato, “siamo convinti del lavoro che stiamo svolgendo”. Perché senza l’operazione Mare nostrum, si è chiesto, chissà “quanti altri morti ci sarebbero”.
In conferenza stampa, anche il ministro Angelino Alfano ha parlato di immigrazione. Durante il semestre di presidenza italiano “ci giocheremo tutto per cambiare faccia all’Europa”, ha detto il titolare degli Interni. “I risultati ottenuti nel Consiglio della scorsa settimana sono importanti – ha sottolineato – perché consacrano il punto cruciale del nostro impegno, e cioè che il Mediterraneo è una frontiera europea e che lì si deve impegnare l’agenzia Frontex”. Una interpretazione forse troppo ottimistica, perché in Europa il tema degli sbarchi rimane controverso, e c’è chi non sembra abbia molta voglia di affrontarlo. Ieri, il commissario per l’immigrazione Cecilia Malmstrom diceva che l’Ue “sta cercando il modo di contribuire di più” per “finanziare gli sforzi italiani”. Tuttavia è annunciata la sua assenza all’incontro tra il governo italiano e la Commissione Ue, in programma giovedì al Quirinale. “Sarebbe un’assenza molto grave”, ha ammonito Alfano. Se in effetti Malmstrom non verrà, ha proseguito il capo del Viminale, “con il presidente del Consiglio e tutto l’esecutivo valuteremo importanti reazioni sul piano diplomatico”.
Sul fronte della giustizia, il governo ha annunciato una riforma. Nei prossimi due mesi sarà aperta anche alle proposte dei cittadini (chi ne ha da presentare può scrivere a rivoluzione@governo.it). L’impalcatura illustrata dal guardasigilli Andrea Orlando prevede interventi in diversi ambiti: dall’informatizzazione integrale dei processi civili alla riforma del Csm; dall’istituzione di “canali preferenziali per famiglie e imprese” che ricorrono alla giustizia civile, alla modifica della prescrizione.
Tra tutti questi interventi, ve ne sono alcuni che puntano ad avvicinare il sistema giudiziario italiano a quello degli altri paesi europei. Ad esempio reintroducendo il reato di falso in bilancio e, più in generale, creando una normativa che punisca “la criminalità economica”. E ancora, si interverrà sulle intercettazioni. Non restringendo la possibilità per i giudici di farvi ricorso, assicura l’esecutivo, ma togliendo la possibilità di pubblicare contenuti che appartengono alla sfera della privacy. Infine, un tema molto controverso, sul quale l’esecutivo è addirittura andato sotto, alla Camera, su un emendamento proposto dalla Lega. Si tratta della responsabilità civile dei giudici. “È giusto che si stabilisca il principio che chi sbaglia per grave negligenza debba pagare” ha sottolineato il presidente del Consiglio. Del resto, ha fatto notare Orlando, “anche negli altri paesi dell’Ue è così”.