Bisogna ”liberare maggiori risorse dai vincoli del Patto di stabilità”. Lo ha detto Graziano Delrio nel corso di una audizione davanti alla commissione Bilancio del Senato, dalla quale era stato convocato per riferire sui Fondi strutturali europei 2007-2013. Il sottosegretario ha aggiunto che l’esecutivo “auspica l’uscita dei cofinanziamenti dal calcolo” per il rispetto dei vincoli europei. In sostanza, Delrio ha ammesso che, accettando la linea di Angela Merkel sulla “flessibilità già prevista” dalle norme, il governo sta solo facendo buon viso a cattivo gioco. Perché “auspica”, appunto, che quelle regole vengano cambiate.
L’auspicio nasce dalla convinzione che “il Patto di stabilità sia un elemento critico” per la capacità di utilizzo dei fondi europei. Molte regioni non riescono a sfruttare i fondi perché non possono cofinanziare un pari importo, pena lo sforamento del Patto.
Visti i rapporti di forza attuali, Delrio (come l’intero governo) sa che le regole, al momento, non cambieranno. Lo conferma il rifiuto dell’Ue alla richiesta italiana di accedere alla ‘clausola degli investimenti’ per liberare 3Mld di euro. E allora servono soluzioni “capaci di sfruttare la flessibilità”. Ad esempio, indica il sottosegretario, “bisogna incrementare il Fondo di compensazione” che è sottratto ai vincoli del Patto. “Questo aiuterebbe molte regioni a trovare le risorse per spendere i fondi residui”.
Si tratta, in tutto, di “21Mld di euro da spendere entro la fine del 2015”, ha illustrato Delrio. “Di questi – ha proseguito – 5,7Mld devono essere certificati entro la fine dell’anno”. Che ci siano ancora soldi da spendere, ha precisato, “non è inusuale, visto che l’attività di spesa si concentra spesso negli ultimi due anni”. A essere insolito è l’ammontare dei fondi ancora non spesi. “Una cifra eccessiva”.
Non è solo il Patto di stabilità, tuttavia, a ostacolare l’impiego dei Fondi strutturali. Anche le regioni hanno le loro colpe. Delrio le ha indicate nella “programmazione indadeguata” e nei “ritardi” con cui le Regioni progettano gli investimenti. Sul primo versante è necessario, per il sottosegretario, “prevedere un overbooking”. Approvare una percentuale di progetti in più rispetto ai fondi a disposizione. In tal modo, qualora un progetto si arenasse per un qualsiasi motivo, ce ne sarebbe un altro a cui destinare i fondi.
Sul fronte dei ritardi, il governo prevede di intervenire con l’Agenzia per la coesione. Prevista dal precedente esecutivo, l’agenzia sta per vedere la luce. “E’ già stato approvato il suo statuto – ha annunciato Delrio – e abbiamo ricevuto dei curricula che stiamo valutando, quindi presto verrà nominato un direttore”. L’agenzia si inserisce nel solco dell’aumento di controllo su come le Regioni spendono i fondi europei. Un suo compito sarà quello di monitorare la fase progettuale, per “eliminare le criticità” già durante la programmazione.