Esordienti e veterani, giovani e meno giovani, donne e uomini, già “famosi” o normali cittadini. Chi sono gli eurodeputati che da oggi andranno ad occupare i seggi del Parlamento europeo di Strasburgo per la prima sessione plenaria? Tra i 751 eletti dei Ventotto Paesi la varietà non manca. Tra i banchi ci saranno sia volti già visti che facce nuove, quasi in egual numero: i ri-eletti del Parlamento uscente sono il 50,60% contro un 49,40% di nuovi deputati. Il Paese più conservatore è la Germania, che ha confermato quasi il 70% degli eletti della scorsa legislatura, mentre a portare una ventata di novità ci pensa la Grecia che ha eletto solo nuovi deputati. Anche i numeri dell’Italia mostrano voglia di cambiamento: il nostro Paese ha eletto 50 nuovi deputati (oltre il 68%) e ne ha riconfermati 23.
Anche in quest’Aula, la presenza femminile rimarrà molto inferiore a quella maschile anche se con un lievissimo miglioramento rispetto alla legislatura appena terminata. Le donne saranno il 36,88% dei deputati, contro il 63,12% di uomini. Negli ultimi cinque anni la proporzione era di 65 a 35. Il Paese con la maggiore rappresentanza femminile è Malta, dove le deputate donne sono il 66,67%, mentre quella con la più bassa è la Lituania, ferma appena al 9%. Le europarlamentari italiane saranno 29 contro 44 deputati uomini: le nostre quote rosa sono cioè quasi il 40%, un buon miglioramento rispetto al 22,22% visto nell’ultimo parlamento.
Anche tutte le fasce d’età sono rappresentate. Si va dal giovane Anders Primdahl Vistisen, deputato danese di 26 anni eletto con l’euroscettico Partito del popolo danese, alle 91 primavere del greco Emmanouil Glezos, nato nel lontano 1922 e partigiano della resistenza greca durante la seconda guerra mondiale, eletto con Syriza. Tra i nostri banchi, il più giovane è il grillino, Marco Zanni, nato nel 1986, mentre la più matura è la deputata del Pd, Mercedes Bresso.
Tra gli eletti ci sono poi volti noti per i precedenti incarichi politici ricoperti fuori dal Parlamento europeo. Ci saranno, ad esempio, diversi ex commissari: quello per la programmazione finanziaria Janusz Lewandowski, quella alla giustizia, Viviane Reding, l’ex responsabile per gli affari economici, Olli Rehn e Antonio Tajani, commissario all’industria nell’esecutivo uscente. Eletti anche i commissari al commercio, Karel De Gucht, alla tutela dei consumatori, Neven Mimica e agli affari istituzionali, Maroš Šefčovič
Non mancano poi gli ex primi ministri: l’estone Andrus Ansip, il polacco, Jerzy Buzek, il lettone, Valdis Dombrovskis, il finlandese Anneli Jäätteenmäki, il lituano Rolandas Paskas, lo sloveno Lojze Peterle. E ancora l’ex premier maltese, Alfred Sant, il romeno Theodor Stolojan e Guy Verhofstadt, che è stato primo ministro del Belgio.
In totale, i partiti e movimenti rappresentati nel nuovo Parlamento europeo saranno 186, una ventina in più rispetto all’attuale emiciclo, dove erano 165.